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Mps, summit in Bce sul nuovo vertice

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Mps, summit in Bce sul nuovo vertice

  • –Carlo Festa

Summit in Bce per i vertici di Mps, in vista della nomina di Marco Morelli alla carica di amministratore delegato della banca senese. All’incontro fissato in Bce dai vertici di Rocca Salimbeni ci sarà anche il banker designato affiancato al presidente Massimo Tononi e al presidente del comitato nomine Alessandro Falciai.

La presenza del numero uno di Bofa Merrill Lynch Italia a Francoforte rappresenta un’ulteriore indicazione sulla prossima nomina del banchiere ad amministratore delegato di Mps al posto di Fabrizio Viola. Se non ci saranno intoppi il Cda potrebbe tenersi già domani, come confermato dal ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan: «Il nuovo ad di Mps dovrebbe essere nominato mercoledì al cda».

Dopo di che i riflettori torneranno sull’aumento e sulle banche del consorzio di garanzia. Tra i possibili nodi da sciogliere c’è il possibile lancio, a pochi mesi di distanza, anche della ricapitalizzazione di Unicredit per una cifra che potrebbe aggirarsi sugli 8 miliardi: con la possibilità dunque che gli investitori esteri debbano decidere quale dei due aumenti di capitale scegliere per non essere troppo esposti sulle banche italiane. «Anche se - fa notare un banchiere vicino all’operazione - non è da escludere che gli istituzionali esteri sottoscrivano entrambi gli aumenti, in quanto in un caso si tratta di una grande banca europea come Unicredit e nell’altro caso di una storia di ristrutturazione come quella di Mps».

Di certo, il consorzio bancario sta rivedendo le condizioni iniziali: a cominciare dalla tempistica, prevedibile nel primo trimestre 2017, e dall’importo che dovrebbe scendere rispetto ai 5 miliardi indicati prima dell’estate. E proprio su quest’ultimo fronte stanno continuando le riunioni tra le banche del consorzio ( JpMorgan e Mediobanca capogruppo accompagnate da Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs ) che sarebbero al lavoro per diminuire l’entità dell’aumento (dagli attuali 5 miliardi fino forse a 2 miliardi) con la proposta di conversione volontaria indirizzata agli investitori istituzionali possessori di obbligazioni subordinate: una platea che avrebbe in mano titoli per circa 3-4 miliardi. Negli ultimi giorni si è fatta strada anche l’ipotesi di una ricapitalizzazione senza diritti d’opzione.

L’obiettivo, una volta che sarà nominato Morelli, è attirare gli investitori con un business plan credibile e solido. L’individuazione di un anchor investor, cioè di un investitore importante nella compagine, potrebbe inoltre essere parte del piano.

Di pari passo con il progetto di ricapitalizzazione sta andando avanti il dossier di scorporo di 27,7 miliardi di sofferenze lorde attualmente nel bilancio di Mps: con la creazione di un veicolo di cartolarizzazione con il supporto del fondo Atlante, gestito da Quaestio Sgr. Su quest’ultimo fronte l’operazione prosegue lentamente: non sarebbero stati ancora scelti i servicer che si occuperanno del recupero crediti.

C’è infine da segnalare l’attivismo di Corrado Passera: l’ex-Ad di Intesa Sanpaolo sarebbe ancora al lavoro per rafforzare il piano di salvataggio per Mps presentato a fine luglio (e bocciato dal board senese): il nuovo dossier allo studio potrebbe coinvolgere alcuni gruppi finanziari Usa, pronti a ricapitalizzare Rocca Salimbeni per 2,5 miliardi di euro senza tuttavia passare dal mercato.

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