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Ecco tutti i preparativi della più grande cartolarizzazione della storia…

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Ecco tutti i preparativi della più grande cartolarizzazione della storia bancaria

La più antica banca del mondo, il Montepaschi, vuole - anzi deve - passare alla storia non solo per la sua data di nascita ma anche per il collocamento della più grande cartolarizzazione di non-performing loans mai fatta da una banca in Europa e nel mondo. Cartolarizzare le sofferenze da 27 miliardi di valore nominale del Monte, tutte, è un passaggio obbligato, indispensabile per creare una nuova “good bank” ripulita e quindi capace di attrarre sottoscrittori vecchi e nuovi per l’aumento di capitale fino a 5 miliardi. Per questo, mentre ai vertici la banca senese è chiamata a ridisegnare la tabella di marcia, in funzione dell’uscita di scena dell’ad Fabrizio Viola e del presidente Massimo Tononi e dell’entrata in campo di Marco Morelli a poche settimana dalla presentazione del piano industriale per l’aumento di capitale, negli uffici specializzati in credito si marcia come treni da fine luglio.

Nell’operazione Montepaschi sono già al lavoro i massimi esperti: come reso noto da Quaestio SGR, il Credito Fondiario è advisor per i servizi di due diligence e Master Servicer nelle operazioni di NPL in cui il Fondo Atlante investe, quindi anche nella cartolarizzazione MPS. Successivamente, entreranno in gioco le agenzie di rating: è attesa la partecipazione di servicer con rating, e l’assegnazione del rating per la tranche senior e junior della cartolarizzazione.

Le dimensioni e la complessità di questa cartolarizzazione sono tali da non consentire deviazioni dal percorso prefissato, che è quello di cedere nel più breve tempo possibile le sofferenze alla società-veicolo finanziata con un prestito-ponte: questo servirà a ripulire la banca prima dell’aumento di capitale, per poi procedere in un secondo momento all’emissione delle asset-backed securities. La definizione dell’importo recuperabile al netto delle svalutazioni, che dai 27 miliardi nominali potrebbe ridursi per esempio in un ventaglio che va 9 e 11 miliardi, è essenziale perchè al netto dei vari costi della cartolarizzazione (interessi sui bond, commissioni alle agenzie di rating, servicers, costo dello swap e se ci sarà della garanzia pubblica GACS) l’importo rimanente verrà diviso nelle due tranche, senior e mezzanine: solo allora la JPMorgan con eventuali altri istituti sapranno con certezza l’importo del prestito-ponte, che dovrebbe avere la stessa dimensione della tranche senior.

Nelle cartolarizzazioni, il tranching viene stabilito partendo dall’alto, cioè si parte dalla tranche senior che è la più facile da recuperare: il portafoglio dei prestiti in sofferenza (i contratti con valore facciale più alto che solitamente equivalgono all’80%-70% dell’intero portafoglio) vengono sottoposti a uno stress test molto conservativo, che tiene conto dell’andamento dell’economia ma anche dei tempi del recupero, dei tribunali coinvolti e del valore delle garanzie. I crediti con la più elevata probabilità di recupero diventano il sottostante della tranche senior che nel caso del Montepaschi dovrà avere un rating minimo “BBB-” al livello di investment grade per poter richiedere la garanzia del Tesoro GACS. Successivamente, definita la tranche senior, il rimanente portafoglio di crediti in sofferenza viene sottoposto a uno stress test meno aggressivo: si stabilisce così l’entità della tranche mezzanine. Il rimanente portafoglio di crediti, con il maggior rischio di recupero, rappresenta infine la tranche junior o equity: se la valutazione del senior e del mezzanine si rivelerà molto conservativa, i sottoscrittori della junior avranno alti rendimenti. Ma la tranche equity è molto sensibile all’andamento del Pil e nel mondo dei crediti in sofferenza la norma vuole che su 10 operazioni 3 guadagnano, 7 sono in perdita.

Il primo passo di questo lungo percorso è dato dunque dalla raccolta della documentazione, i cosiddetti “faldoni” o file excel dove vengono specificati i dati essenziali dei prestiti: l’entità del debito cattivo, l’identità del debitore, lo stato di avanzamento del recupero, le garanzie, il tribunale presso il quale sono iniziate le eventuali operazioni di recovery. Ai 27 miliardi di valore nominale delle sofferenze del Monte secondo stime di mercato potrebbero essere rilevati tra i 700.000 e i 400.000 prestiti. Ma gli addetti ai lavori smontano il caso: i microcrediti non vengono analizzati singolarmente, si utilizzano statistiche e curve di recupero. I grandi prestiti, per contro, possono essere un migliaio ed equivalgono al 70-80% dell’intero portafoglio: in questo caso si procede “linea per linea”.

L’analisi dei singoli prestiti è importante perchè assegna la probabilità di recupero, per importo e tempi, in base alle garanzie, al tipo di debitore, all’ubicazione del tribunale, alle azioni legati già fatte e alla tempistica della vendita degli asset sottostanti. Questo portafoglio top viene successivamente sottoposto a una serie di stress tests: i pronostici più conservativi di recupero (il valore di un immobile si sconta, i tempi in un Tribunale si allungano) vengono utilizzati per stabilire l’importo della tranche senior. Fatto questo, si passa alla tranche mezzanine, con stress test meno aggressivi: quel che rimane dalle due prime assegnazioni costituisce la tranche junior o equity, la più rischiosa ma comunque compresa nell’ammontare teoricamente “recuperabile”.

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