Sarà Emma Walmsley a succedere a Andrew Witty alla guida di GlaxoSmithKline. La nomina ha sorpreso il mercato per la scelta interna fatta dal gruppo farmaceutico britannico. Walmsley, infatti, è responsabile della divisione del gruppo consumer health e dal prossimo primo gennaio assumerà il ruolo di ceo, divenendo così la prima donna al mondo a guidare una società farmaceutica di grandi dimensioni e la più potente nell’indice britannico Ftse 100.
Walmsley, 47 anni, è laureata ad Oxford e ha un background più di marketing che scientifico. D’altra parte il mandato sarà quello di accorciare i tempi del passaggio fra la fase di test clinici e l’arrivo sugli scaffali delle farmacie degli innovativi trattamenti contro il cancro e del trattamento delle infezioni. Azione che dovrebbe portare il gruppo a tornare a crescere in termini di redditività.
Non è la prima volta che un gruppo farmaceutico si affida a competenze non specifiche del settore. Era già successo quando Joe Jimenez era stato nominato alla guida del gruppo Novartis. Walmsley non è cresciuta nel settore farmaceutico. È entrata in Glaxo nel 2010 arrivando dal gruppo di cosmetica francese L’Oreal, dove aveva lavorato per i 17 anni precedenti con ruoli di marketing e general management in Cina e negli Stati Uniti.
Il mercato ha accolto ieri la notizia con freddezza, con il titolo che alla City londinese ha chiuso le contrattazioni in parità (-0,03%) a 1,645 sterline per azione. Nell’era Witty Glaxo ha visto un incremento della propria capitalizzazione di Borsa del 40%, in linea con quello registrato da Novartis, ma nettamente inferiore a quanto ha fatto un altro colosso della farmaceutica come Astrazeneca (+140%).
Ora gli investitori aspettano al varco Walmsley. In molti hanno sottolineato come la scelta interna all’azienda sia positiva perché facilita il passaggio di consegne. Inoltre la manager è riuscita a raddoppiare il margine operativo della divisione consumer portandolo al 14% nel trimestre terminato nel giugno scorso. Sarà ora da vedere se riuscirà a raggiungere gli stessi risultati per un gruppo che viaggia attorno ai 24 miliardi di sterline di fatturato e un utile operativo di 10,3 miliardi nel 2015.
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