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Ecco quanto fanno risparmiare all’Italia i tassi a zero della Bce

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MINORI INTERESSI SUL DEBITO

Ecco quanto fanno risparmiare all’Italia i tassi a zero della Bce

Il bicchiere del debito pubblico è mezzo pieno e mezzo vuoto, dipende da dove lo si guarda. Sicuramente il calo dirompente dei rendimenti dei titoli di Stato, dovuto prima al what-ever-it takes di Mario Draghi a metà del 2012 e poi dalla QE della Bce dalla fine del 2014 (e in maniera minore grazie al ritorno della crescita, alle politiche di risanamento dei conti pubblici e al programma di riforme strutturali del Governo Renzi), ha fatto crollare in questi ultimi tre anni il costo medio alla raccolta del Tesoro italiano (allo 0,50% nei primi otto mesi di quest'anno, un record straordinario) e sta trascinando all'ingiù la spesa per gli interessi sul debito pubblico (si veda il grafico in alto con le stime dell’Ocse per il triennio 2015-2017).

“Ma questa buona notizia non deve focalizzare l'attenzione sul bicchiere mezzo pieno perchè un problema di fondo grave resta: lo stock del debito pubblico italiano”

 

Ma questa buona notizia non deve focalizzare l'attenzione sul bicchiere mezzo pieno perchè un problema di fondo grave resta: lo stock del debito pubblico italiano è troppo elevato rispetto al Pil e questo è il bicchiere mezzo vuoto sul quale vanno concentrate tutte le attenzioni. Nel Bollettino economico pubblicato oggi dalla Bce, il monito è chiaro: «Occorre compiere ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con debito pubblico elevato in relazione al PIL. Questi paesi devono imprimere all'incidenza del debito una solida dinamica discendente, giacché sono particolarmente vulnerabili a un aumento dell'instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse».

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