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la giornata dei mercati

Europa chiude debole con tonfo petrolio. A Milano (-0,36%) Mps in controtendenza

Andamento titoli
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Il netto calo del barile di petrolio, con la vigilia della riunione Opec segnata ancora dalle distanze tra Arabia Saudita e Iran, e la debolezza dei bancari fiaccati dal "rischio Deutsche Bank" mandano in rosso i listini azionari europei mentre Wall Street, all'indomani del primo testa a testa televisivo tra Donald Trump e Hillary Clinton, non è riuscita nel pomeriggio a scuotere gli investitori ma ha quantomeno permesso un recupero sul finale.

Piazza Affari ha terminato le contrattazioni con un calo dello 0,36% nel FTSE MIB. Anche Francoforte ha ceduto lo 0,3% piegata dal -3,1% di Volkswagen, sui timori della maxi multa dagli Usa per il Dieselgate, e di Lufhtansa (-3,3%). Deutsche Bank, dopo il ko di ieri, è scesa di un altro 0,6%.

Azimut fanalino di coda, ancora Fca paga giudizi Epa sui consumi
A Milano Azimut (-3,1%) in fondo al Ftse Mib, Mediobanca giù del 2,5%: sono queste le peggiori performance tra le big del listino milanese. In discesa Unipol (-2%) e Unipolsai(-1%) a causa delle indiscrezioni su un possibile intervento del gruppo bolognese nel riassetto di Monte dei Paschi. Quest'ultima è salita dell'1,8% all'indomani del cda che ha rivisto i tempi del piano industriale e dell'aumento di capitale aprendo alla possibilità di rafforzare il capitale anche attraverso la conversione di bond subordinati. Luxottica la migliore (+2,5%) mentre Fca (-2%) ha pagato l'effetto Volkswagen ma anche i giudizi dell'Epa americana sul rispetto degli standard sui consumi.

Banche deboli, ma corre Mps
In Europa titoli delle banche di nuovo sotto pressione, con gli investitori che iniziano a mettere in conto che Deutsche Bank, si troverà costretta a lanciare un aumento di capitale, a dispetto della smentita di ieri. A Piazza Affari il focus è rimasto su Banca Mps, all’indomani del consiglio di amministrazione dell'istituto che ha indicato di prevedere l’approvazione del piano industriale per il prossimo 24 ottobre. Il board guidato dal neo amministratore delegato, Marco Morelli, ha deciso di effettuare «approfondimenti» volti ad includere l’eventuale conversione volontaria delle obbligazioni subordinate. Operazione, quest’ultima, che limiterebbe a 3 miliardi l’entità dell’aumento di capitale, che altrimenti dovrà essere di 5 miliardi di euro. Sullo sfondo, inoltre, rimane la speculazione che scommette sull'interesse per l'istituto senese da parte dei fondi del Golfo Persico.

Fca in calo in attesa notizie dall'America, Mediaset sotto la lente
Fiat Chrysler Automobiles sin dalle prime battute è stata penalizzata dalle vendite, mentre sale l'attesa per novità dall'America. Secondo indiscrezioni Oltreoceano il gruppo è stato oggetto di critiche da parte dell'Epa, l’Agenzia americana per la protezione dell'ambiente, per i ritardi nell'auto ibrida ed elettrica. In più in Canada il gruppo guidato da Sergio Marchionne sta portando avanti le trattative con il sindacato Unifor per il rinnovo del contatto di 10mila dipendenti. È probabile che il sindacato richieda un miglioramento dell’impianto di Brampton, dove lavorano 4 mila dipendenti , sulla falsariga di quanto deciso anche da Gm, che ha varato investimenti in Canada per 370 milioni di euro proprio per rendere a norma i propri stabilimenti .

Finale in rimonta per Mediaset (+0,6%), che ha viaggiato debole per tutta la seduta in attesa di novità dal consiglio di amministrazione sulla disputa con Vivendi per la vendita di Premium: il cda, non avendo ricevuto controproposte da parte dei francesi, ha deliberato di proseguire nel contenzioso e conta, se necessario, di mettere in atto nuove azioni per ottenere l'esecuzione del contratto siglato in aprile con il gruppo francese.

Il barile scivola sotto quota 45 dollari al barile
«Raggiungere un accordo in due giorni non è nella nostra agenda. Abbiamo bisogno di tempo per consultazioni ulteriori», ha dichiarato il ministro iraniano del petrolio Bijan Namdar Zanganeh contribuendo a far di nuovo scivolare il prezzo del greggio sotto i 45 dollari al barile a New York. Il Brent è sotto quota 46 dollari. Alla vigilia dell'incontro informale dei Paesi Opec nell'ambito dei lavori del Forum Internazionale dell'Energia di Algeri, sono sempre le divergenze tra Arabia Saudita e Iran sui livelli di congelamento delle soglie produttive di greggio a tenere banco facendo scendere le chances di una intesa in Algeria. Un contenimento della crescita di produzione per i Paesi Opec prevederebbe, secondo le ipotesi circolate da parte dei sostenitori di questa soluzione tra cui Ryad, che Teheran si fermi agli attuali 3,6-3,8 milioni di barili al giorno ma l'Iran punta ad alzare il proprio output a 4 milioni di barili al giorno prima di discutere di qualsiasi mantenimento dello status quo.

Goldman Sachs taglia le stime sui prezzi dell’oro nero
Oltre alle indicazioni arrivate da Algeri, le quotazioni dell'oro nero hanno scontato le previsioni di Goldman Sachs sull'andamento del prezzo. La banca Usa ha rivisto al ribasso le stime sui prezzi del petrolio per l'ultima parte del 2016 e ha messo in guardia sul fatto che l'offerta continuera' a essere superiore alla domanda, indipendentemente dalle eventuali decisioni sulla produzione che saranno prese durante l'incontro informale dei paesi Opec, in calendario per domani ad Algeri. Gli analisti della banca hanno tagliato le previsioni per il quarto trimestre da 50 a 43 dollari al barile. Oggi i future del Wti con scadenza a novembre si attestano in calo dell'1,7% a 45,13 dollari al barile, dopo che l'Iran ha detto no a un possibile accordo per un tetto alla produzione di greggio.

A settembre sale la fiducia americana a 104,1 punti, ben oltre le stime
In settembre gli americani si sono dimostrati più ottimisti sull'economia, anzi ottimisti come non lo erano dalla fine della recessione. L'indice sulla fiducia, redatto mensilmente dal Conference Board, gruppo di ricerca privato, è balzato a 104,1 punti, dai 101,8 punti di agosto (rivisto al rialzo dai 101,1 punti della prima stima). L'indice è stato nettamente superiore alle previsioni degli analisti, che attendevano un dato a 99,1 punti. La componente che misura le aspettative nell'arco dei prossimi sei mesi è migliorata da 86,1 a 87,8 punti. Quella sulla situazione attuale è salita da 125,3 a 128,5 punti. Per fare un paragone, l'indice si è attestato in media a 96,9 punti durante l'ultimo periodo di espansione economica e attorno ai 53,7 punti nei 18 mesi di recessione, conclusa a giugno 2009.

Spread vicino a 135 punti, assegnati quasi 3,5 miliardi di titoli di Stato
Lo spread, il differenziale tra titoli di stato italiani e tedeschi a dieci anni, si è allargato avvicinando i 135 punti mentre il rendimento del decennale è salito all'1,21%. Quest'oggi il Tesoro ha collocato Btp-i, ossia indicizzati all'inflazione, a 15 anni, per poco meno di un miliardo, esattamente per 939 milioni di euro. Il rendimento è diminuito 0,63%. In più sono stati piazzati Ctz con un rendimento sceso su un nuovo minimo storico, allo -0,216%. Sono stati assegnati titoli zero coupon per 2,5 miliardi di euro.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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