Finanza & Mercati

Mediaset Premium, riflettori su Sky

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Mediaset Premium, riflettori su Sky

  • –Carlo Festa

Si fa sempre più quotata la pista che porta verso inizi di trattativa fra Mediaset e Sky sulla piattaforma Premium.

Secondo le indiscrezioni, si sarebbe infatti cominciato a sondare con maggior decisione in questa direzione, ipotesi che era già stata ventilata prima che venisse firmato un accordo fra Mediaset e Vivendi.

Per ora sarebbero cauti interessamenti al dossier, anche in vista di importantissime scadenze per acquistare i diritti tv delle grandi competizioni calcistiche: l’asta per i diritti Champions league per il triennio 2018-2021 sarà probabilmente a febbraio 2017, mentre a fine campionato ci sarà pure l'asta per i diritti tv della Serie A di calcio (sempre 2018-2021) .

L’opzione Sky – ma sarà tutto da verificare poi l’esito finale delle trattative su cui si stanno scaldando i motori – appare come una pista credibile nella misura in cui i tentativi della diplomazia di arrivare a una soluzione condivisa fra il gruppo di Cologno e i francesi non sembrano sortire effetti. Al momento non ci sarebbero stati progressi tra Mediaset e Vivendi che, di fatto, restano in trincea su Premium.

Il consiglio di amministrazione di martedì scorso ha preso atto della situazione di stallo, si è ricompattato attorno alla prospettiva di continuare con sempre maggiore decisione sulla strada legale intrapresa, ma di fatto non ha chiuso la porta a Vivendi.

Certo è che fra Mediaset e Vivendi per ora non si vedono segnali di distensione. All’interno del consiglio d’amministrazione il giudizio sull’affidabilità dei francesi nella trattativa è ormai ai minimi e, in assenza dell’arrivo sui tavoli di Mediaset di una proposta sulla quale si starebbe lavorando sul versante francese, la querelle legale è destinata ad andare a breve verso un inasprimento con la richiesta di procedura d’urgenza da parte dei legali della società controllata dalla famiglia Berlusconi.

Ma uno spiraglio, minimo, è rimasto aperto in assenza di comunicazioni da entrambe le parti. E comunque un’escalation legale e la chiusura totale dei possibili spiragli si accordo fra Mediaset e Vivendi, che a questo punto è sempre meno un’ipotesi campata in aria, con ogni probabilità dovrà passare attraverso una nuova riunione del Cda con tanto di comunicazioni.

Quel che ufficialmente al momento è certo è che sia il gruppo di Cologno sia la società francese non sembrano disposte ad arretrare di un centimetro rispetto alle loro posizioni su Premium, visto che considerano la controparte come inadempiente: Cologno accusa Vivendi di non aver dato esecuzione al contratto firmato, mentre il gruppo francese ribatte ponendo l’accento sul business plan «gonfiato» di Premium.

Ma, nel frattempo, i consulenti starebbero provando a lavorare a una soluzione condivisa: sul dossier ci sarebbero infatti Mediobanca e l’imprenditore franco-tunisimo Tarak Ben Ammar, vicino sia a Bollorè sia alla famiglia Berlusconi.

Vivendi, in modo informale, si sarebbe detta disponibile a valutare una nuova proposta che preveda una struttura del capitale più equilibrata per Premium, in modo che entrambi possano deconsolidarla: con Mediaset e Vivendi proprietarie di un 40% a testa e un terzo soggetto con il 20 per cento.

Più difficile individuare questo possibile alleato. La spagnola Telefónica, azionista all’11% di Premium, non sembra intenzionata a partecipare a piani futuri e per quanto riguarda Telecom Italia la società guidata dal presidente Giuseppe Recchi e dal ceo Flavio Cattaneo ha smentito in più occasioni (l’ultima in settimana da Bruxelles con parole nette di Recchi) un suo coinvolgimento. In ogni caso oggi il ceo di Vivendi Arnaud De Puyfontaine sarà in Italia per partecipare al consiglio di amministrazione di Telecom.

Per ora resta vivo il fronte legale. Proprio in questi giorni gli avvocati dello studio Chiomenti e il professionista Vincenzo Mariconda avrebbero fatto il punto della situazione, con l’obiettivo dell’udienza del 21 marzo prossimo al Tribunale di Milano. E lo stesso avrebbero fatto i legali di Vivendi, gli avvocati di Cleary Gottlieb.

Oggi intanto è la data che era stata indicata come limite per il closing e dopo la quale Vivendi ha dichiarato di voler considerare decaduto il deal. Posizione, questa, non condivisa da Mediaset che punta a far leva su un contratto che considera il 30 settembre quale data del closing, ma salvo accadimenti imprevisti in cui rientrerebbe il braccio di ferro fra le due società. Prima di oggi sicuramente da Mediaset non potevano muoversi in nessun modo nei contatti con altre controparti. Da oggi in poi la clessidra è stata inesorabilmente capovolta e l’apertura di nuovi tavoli negoziali diventa una prospettiva concreta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA