Finanza & Mercati

Grande fermento di arte e cultura

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Grande fermento di arte e cultura

La scuola di architettura di Bauhaus, nata nel 1919 a Weimar e trasferita a Dessau nel 1925, diventa il simbolo della cultura tedesca durante la Repubblica di Weimar. È la testimonianza più evidente che lo spirito non si può ingabbiare, né umiliare, che il messaggio della bellezza, incarnato in una meravigliosa architettura, in un dipinto o in una nota musicale, così come nelle parole, è il vincolo stretto tra la vita dello spirito e la vita dei sensi e diventa il terreno fertile in cui in cui l’uomo pensa e crea.

Verrà vissuta dai suoi sostenitori come un incubatore di arte e novità, dai suoi detrattori come un pericoloso covo di rivoluzionari bolscevichi. Attrasse insegnanti come Vasilij Kandinsky e Paul Klee, mentre i compositori Bela Bartok e Igor Stravinsky iniziavano gli studenti ai segreti della musica.

La vita della scuola non fu facile tanto che, nel 1935, trasferita a Berlino dal 1932, di fronte alle imposizioni del nazionalsocialismo arrivato al potere, viene chiusa dai suoi stessi docenti.

La Bauhaus si era trasferita a Berlino perché la città era la sede ideale di ogni nuovo fermento culturale. La città era in piena espansione, specie dopo il 1924, quando arrivano i finanziamenti dagli Usa. «Grandi magazzini, ferrovie sotterranee e scoperte, tram che sferragliano, centro vivo di una economia in espansione»... : così la descriveva Alfred Doblin in “Berlin Alexander Platz”, romanzo del 1929. Uno spirito ribelle aleggiava nell’aria e si esprimeva nei film di Fritz Lang e nel teatro di Bertolt Brecht. Berlino si confermava capitale dell’economia e dell’editoria con migliaia di pubblicazioni all’anno.

Oggi, Berlino si è configurata, nella struttura architettonica e nella capacità di cogliere le novità, come la capitale europea più innovativa, senza alcun bisogno di lottare contro una politica oppressiva e conservatrice. Segno di una maturità culturale diventata parte stessa dell’anima tedesca. (c.g.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA