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Bce in difesa sul caso Deutsche Bank

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Bce in difesa sul caso Deutsche Bank

(Reuters)
(Reuters)

La Banca centrale europea è stata costretta ieri a difendersi dall'accusa di aver riservato un trattamento preferenziale a Deutsche Bank negli stress test che ha condotto l'estate scorsa insieme all'Autorità bancaria europea (Eba). La Bce ha concesso alla più grande banca tedesca, secondo quanto emerge da una nota a piede di pagina nel documento conclusivo dello stress test, di tener conto dei proventi della vendita della sua partecipazione nella banca cinese Hua Xia, nonostante questa non fosse stata perfezionata entro la data limite del 31 dicembre 2015. Il particolare è stata svelato ieri dal “Financial Times”.

La nota dice semplicemente che l'operazione «sarà chiusa nel 2016». Ci sono altre 20 eccezioni concesse su richiesta delle banche, ma si tratta di circostanze ammesse dalle regole come spese amministrative che hanno un impatto sul conto economico, non operazioni di finanza straordinaria.

Le eccezioni dovevano essere approvato sia dal consiglio di vigilanza della Bce, sia dal consiglio dell’Eba e non è stata data finora nessuna spiegazione ufficiale del perché quella di Deutsche Bank sia stata concessa. La banca ha comunque chiuso lo stress test fra le più deboli in Europa, delle 37 esaminate nell’esercizio, con un capitale primario (Cet1) che, nel caso di scenario avverso, scenderebbe a 7,8%. Senza l’ammissione dell'eccezione su Hua Xia, il Cet1 sarebbe sceso ulteriormente a 7,4.

Con l'applicazione dello scenario avverso, che tiene conto dei costi delle diverse vicende giudiziaria in cui la banca è tuttora coinvolta, oltre che dell’effetto dei bassi tassi d’interesse e della bassa crescita, il capitale di Deutsche Bank ha subito una decurtazione di 540 punti base, molto superiore alla media delle altre banche esaminate. Tra l’altro, l'operazione resta tuttora in sospeso, avendo incontrato ostacoli di tipo regolamentare in Cina. La banca si è detta fiduciosa di poterla perfezionare entro il 2016, ma diversi analisti del settore bancario sono scettici. Secondo fonti di vigilanza, l’assicurazione da parte cinese che la cessione sarebbe stata completata in tempi brevi sarebbe stato uno dei motivi dell’ammissione dell’eccezione.

La dismissione della banca cinese era stata decisa dopo che era saltata, a causa delle avverse condizioni di mercato, quella della banca postale Postbank, che Deutsche Bank ha acquistato solo sei anni fa nel tentativo, ora abortito, di diversificare nel retail.

La Bce ha dichiarato ieri che «tratta tutte le banche allo stesso modo, in linea con le regole». E ha precisato che lo stress test del 2016, a differenza di quello di due anni fa, «non doveva portare a promozione o bocciatura», ma che i risultati costituiranno un fattore di cui la vigilanza europea terrà conto nel processo di vigilanza detto Srep, al termine del quale possono essere indicati nuovi requisiti di capitale. Lo Srep dovrebbe essere completato entro il mese prossimo e non è chiaro a questo punto, visto che l'operazione Hua Xia resta tuttora incompiuta, se la Bce continuerà a riconoscere l’eccezione ammessa nello stress test.

Intanto, il titolo è continuato a rimanere sotto i riflettori dei mercati: dopo aver perso inizialmente terreno, ha chiuso la giornata in rialzo del 2,6% su voci che sarebbe imminente un accordo con il Dipartimento di Giustizia americano, che ha avanzato una richiesta di 14 miliardi di dollari per scorrettezze della banca nel collocamento di titoli cartolarizzati, per ridurre la multa. Le indiscrezioni contrastano con quanto emerso a Washington la settimana scorsa dopo l’incontro dell’amministratore delegato John Cryan con le autorità americane, che non avrebbe dato l’esito sperato.

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