
TOKYO - Le azioni di Samsung Electronics sono riuscite oggi a conseguire il primo recupero in una settimana in cui avevano perso il 10 per cento (spazzando via circa 23 miliardi di dollari di capitalizzazione) sulla scia dell' interruzione di produzione e vendite del Galaxy Note 7 a causa dei continui problemi di surriscaldamento: alla Borsa di Seul (-0,9% l'indice Kospi) il titolo ha chiuso oggi in ripresa dell'1,4%, benché proprio ieri – dopo la chiusura della Borsa – la società avesse annunciato il taglio di un terzo delle stime sui profitti trimestrali annunciate solo cinque giorni prima.
Il recupero appare come un segno di fiducia da parte di vari investitori sulle prospettive di rilancio del colosso sudcoreano, che ha già cominciato una aggressiva strategia di “controllo dei danni” attraverso forti sconti e incentivi a chi cambia il Note 7 con altri dispositivi Samsung. Pare scontato, comunque, che gli oneri finanziari relativi al clamoroso flop di prodotto peseranno anche sui prossimi bilanci trimestrali.
Intanto i problemi di Samsung si sommano ad altri fattori negativi – dagli scioperi recenti alla Hyundai al collasso finanziario della Hanjin – nel pesare sull'economia coreana. A settembre l'export è calato del 5,9%, mentre oggi la Banca di Corea – nel confermare i tassi di riferimento al minimo storico dell'1,25% - ha riconosciuto l'aumento delle incertezze per la performance del Pil, riducendo dal 2,9 al 2,8% le sue previsioni di crescita sul 2017. Ma confermando la stima di +2,7% per il Pil di quest'anno.
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