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Gli Usa dello shale oil riattivano altre trivelle: sprint senza…

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Gli Usa dello shale oil riattivano altre trivelle: sprint senza precedenti

Gli Stati Uniti dello shale oil stanno ritornando in forze. Incoraggiate dalla ripresa delle quotazioni del barile, le compagnie americane hanno rimesso in funzione altre 14 trivelle questa settimana, di cui 11 per la ricerca di greggio. Il numero degli impianti di perforazione è aumentato in 18 delle ultime 21 settimane, tornando a un totale di 553, circa il 40% in più rispetto ai minimi di maggio. Per Reagan Dukes, direttore della ricerca Oil & Gas di Wood Mackenzie l’incremento «è uno dei più grandi di sempre, per un periodo di appena 3-4 mesi».

Mentre l’Opec e la Russia continuano a discutere di un possibile taglio dell’output di petrolio, i fracker americani sono passati all’azione. E se per il momento la produzione Usa continua a calare, è sempre più probabile che nei prossimi mesi riesca a risollevarsi. A maggior ragione se il petrolio continua a mantenersi sopra 50 dollari al barile, come in effetti sta facendo: nonostante il dollaro forte, ai massimi da 7 mesi sull’euro, e nonostante il nuovo incremento delle trivelle segnalato da Backer Hughes, il Wti ieri è riuscito a chiudere in rialzo a 50,85 $.

«Mai scommettere contro la creatività e la tenacia della nostra industria», aveva detto un paio di giorni fa Rex Tillerson, ceo di ExxonMobil, sfidando apertamente il ministro saudita Khalid Al Falih, intervenuto poco prima di lui a un convegno (si veda il Sole 24 Ore del 20 ottobre).

Il crollo del petrolio ha creato enormi difficoltà all’industria petrolifera americana, con oltre cento società finite in bancarotta negli ultimi due anni. La produzione Usa è crollata di circa un milione di barili al giorno rispetto al picco di aprile 2015. Grazie anche alla politica monetaria della Fed, tuttora espansiva, al settore dello shale oil non sono però mai venuti meno i finanziamenti: quest’anno solo con emissioni azionarie le compagnie Usa hanno raccolto oltre 30 miliardi di $, più che nell’intero 2015.

A confermare la rinnovata vitalità del settore sono anche le società di servizi all’industria petrolifera: dopo Halliburton, tornata in utile nel terzo trimestre anche grazie alla ripresa dell’attività in Nord America, il numero uno mondiale Schlumberger ha citato proprio il risveglio degli Usa come elemento decisivo per risultati migliori delle attese.

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