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Bat lancia la sfida a Philip Morris

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Bat lancia la sfida a Philip Morris

NEW YORK

Le grandi fusioni globali ripartono dalle sigarette. La British American Tobacco (Bat) ha offerto 47 miliardi di dollari per rilevare del tutto la Reynolds American, nella quale già possiede una quota del 42 per cento. Il colosso britannico, se l’operazione riceverà fumata bianca, rientrerà in grande stile sul mercato statunitense dopo dodici anni di assenza. E soprattutto darà vita al leader mondiale quotato nel settore, sfidando il primato attuale di Philip Morris e diventando l’unico gruppo a vantare una presenza di primo piano tanto in America quanto sui mercati internazionali grazie a marchi che vanno da Camel a Newport, da Lucky Strike a Pall Mall. Reynolds al momento ha preso tempo, rispondendo che esaminerà la proposta.

L’offerta di acquisizione, in contanti e azioni, era nell’aria da tempo, parte di processo di consolidamento in un’industria ormai matura e a caccia di nuovi sbocchi, sia di mercato, nei paesi emergenti come in Russia, che di innovazione. La combinazione definitiva delle due società rafforzerebbe anche le iniziative che entrambe vantano nel campo delle sigarette elettroniche. Ma la tempistica dell’annuncio ha destato ugualmente sorpresa: è avvenuto a sole tre settimane dalle elezioni presidenziali americane, un momento che tradizionalmente prescrive cautela alle imprese.

A favorire la mossa di Bat ha contribuito il rafforzamento del suo titolo del 12% all'indomani del voto in Gran Bretagna a favore di Brexit, grazie alla scommessa che l’indebolimento della sterlina, scivolata di un quinto sul dollaro dal voto di giugno, favorirà le sue esportazioni, un esito confermato dalla crescita delle vendite dell’8,1% riportata nei primi nove mesi del 2016. Reynolds, al contrario, ha risentito di flessioni del 7% nello stesso periodo, un declino confermato dopo una trimestrale deludente e dopo aver completato a sua volta una fusione, quella con Lorillard. La progressiva risoluzione negli Usa di casi legali sui danni alla salute del tabacco, che aveva a lungo scottato le aziende del settore, ha a sua volta spianato la strada al merger. E la scarsa sovrapposizione delle attività dei due giganti - Reynolds è forte anzitutto negli Stati Uniti dove Bat è assente - a detta degli analisti non dovrebbe creare ostacoli antitrust.

L’uscita allo scoperto di Bat potrebbe anche scatenare nuovi deal nel comparto. I titoli della rivale britannica Imperial Brands, considerata altra potenziale preda o protagonista di merger, hanno guadagnato ieri il 3 per cento.

I termini messi sul tappeto da Bat, in dettaglio, prevedono di pagare 56,50 dollari per ciascuna azione di Reynolds, un premio del 20% sulla chiusura di giovedi', suddivisi in 24,13 in contanti e il restante in titoli. In totale Bat verserebbe 20 miliardi in cash e 27 miliardi in proprie azioni. L'azienda inglese ha stimato che la fusione sosterrebbe gli utili fin dal primo anno e genererebbe risparmi pari a 400 milioni di dollari.

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