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Brexit costerà 77 miliardi alle banche

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L’ANALISI

Brexit costerà 77 miliardi alle banche

Il governatore della  Banca d’Inghilterra, Mark Carney (Afp)
Il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney (Afp)

La spregiudicatezza politica dei britannici non è cosa di ieri. Nel 1700 i cugini francesi furono i primi ad aggiungere all’antico nome celtico della Gran Bretagna, Albione, la locuzione spregiativa, perfida. Una spregiudicatezza che è ritornata fuori oggi con gli esiti imprevisti del referendum pro Brexit dello scorso giugno. Un voto che rischia di pesare molto sull’economia dell’isola, tutta servizi e capitali finanziari ormai, con poco o niente più sulla manifattura. L’ultimo alert - una voce che grida nel deserto - è arrivato ieri da mister Xavier Rolet, il potentissimo ceo del London stock exchange, che prima del voto pregustava già gli esiti di una annunciata mega fusione con la Borsa di Francoforte. E ora cerca di limitare i danni. Come può. Secondo il numero uno del Lse, lo spostamento da Londra delle clearing house sull’euro potrebbe costare alle banche 77 miliardi di dollari.

La battaglia è in corso. I leader francesi e tedeschi hanno già detto chiaro e tondo che le stanze di compensazione non potranno restare nella capitale britannica una volta che Londra lascerà l’Unione europea. Un fatto che però imporrà «costi proibitivi alle banche europee», ha detto Rolet alla House of Commons. Una volta che le operazioni di clearing verranno trasferite «le banche non torneranno più a Londra. Quello che è più probabile è che New York beneficerà più di tutte di questa nuova situazione», ha spiegato il ceo della Borsa londinese, che controlla anche Piazza Affari.

La battaglia tra leader europei e politici britannici sarà ancora lunga. E ci vorranno anni di negoziati per capire veramente come andrà a finire. Rolet è tra quelli che sostiene da tempo che la perdita di centralità finanziaria di Londra finirà per danneggiare anche le grandi aziende europee. Il ceo del Lse stima che con Brexit si perderanno 100mila posti di lavoro in occupazioni legate alle clearing house. Borsa di Londra è il maggior azionista della London clearing house (Lch), che è il principale operatore mondiale nei contratti derivati con gli interest-rate swap, e gestisce più del 90% delle transazioni nelle principali valute. Le operazioni di compensazione sono concentrate a Londra perché è più conveniente per le banche negoziare tutti i loro derivati in una sola piazza.

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