Finanza & Mercati

2/5 Lo spread torna a far paura? /Perché gli investitori sono per il…

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    focus sul Differenziale

    Lo spread torna a far paura? Cinque schede per capire

    Il differenziale di rendimento tra BTp e Bund è salito a quota 160 punti, come non accadeva da giugno. E secondo gli esperti in caso di vittoria del “no” al referendum potrebbe salire ancora.

    2/5 Lo spread torna a far paura? /Perché gli investitori sono per il “Sì”

    Senza entrare nel merito delle questioni tecniche legate al referendum costituzionale in programma in Italia il 4 dicembre, è possibile tracciare in poche righe la “visione dei mercati”, che coincide con quella dei grandi investitori globali (banche di investimento, banche d'affari, fondi hedge, fondi comuni, ecc.) in grado di movimentare ingenti flussi di capitali in pochi minuti e quindi di condizionare inesorabilmente l'andamento delle quotazioni. Ebbene, la grande finanza si è apertamente schierata a favore del “Si”. Molto semplicemente perché il “Sì” permetterebbe all'Italia di continuare con l'attuale compagine governativa, senza scossoni. Una vittoria del “No” aumenterebbe il grado di incertezza sulla governabilità dell'Italia e questo punto, nell'ottica di un investitore, è indubbiamente a sfavore. Ecco perché nell'ultimo mese mentre i rendimenti dei bond governativi di altri Paesi dell'area euro sono saliti in media di 25 punti base (riflettendo la revisione al rialzo dell'inflazione nell'area da 0,1 a 0,5%) i rendimenti dei BTp sono saliti fino a 60 punti base (dall'1,15% all'1,75%). Oltre al tema dell'inflazione (che per la verità in Italia ancora non si vede dato che settembre si è concluso con una deflazione dello 0,1% su base annua) l'Italia sconta l'incertezza legata all'esito del referendum. Ma fino a dove potrà arrivare lo spread in caso di vittoria del “No”?

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