
Diminuiscono i ricavi a 2.621 milioni(-13,4%), il margine operativo Ebita a 274 milioni (-7,1%) e l’utile operativo (Ebit) a 232 milioni (-6,5%). Aumentano gli ordini a 2.637 milioni (+17,1%) e l’utile netto di competenza a 142 milioni rispetto a 36 milioni. I risultati nel terzo trimestre del gruppo Leonardo-Finmeccanica sono stati approvati ieri all’unanimità dal cda, presieduto da Gianni De Gennaro.
Nei primi nove mesi i ricavi consolidati sono diminuiti di 967 milioni (-10,7%) a 8.034 milioni, l’Ebita è aumentato di un milione a 746 milioni, l’utile operativo è aumentato di 32 milioni a 631 milioni (+5,3%). L’utile netto di competenza è quasi triplicato, da 122 a 352 milioni.
Malgrado i ricavi in calo, dalle cifre disponibili nel comunicato il balzo del risultato netto sembra attribuibile in larga parte alla riduzione per 167 milioni degli «oneri finanziari netti», pari a 180 milioni, non ci sono ulteriori spiegazioni. Il conto economico beneficia anche di minori costi di ristrutturazione per 26 milioni, pari a 38 milioni.
Il gruppo dell’aerospazio e difesa guidato da Mauro Moretti sottolinea gli effetti delle «azioni di effcientamento messe in atto sui processi produttivi ed industriali in aree di business che nel passato avevano manifestato significative criticità». L’andamento però risente delle difficoltà negli elicotteri, finora il settore di punta. Oltre alle difficoltà del segmento civile si segnala l’intesa annunciata in luglio tra il ministero della Difesa britannico e Boeing per l’acquisto di 50 elicotteri Ah-64 Apache. Una commessa del valore di 2,3 miliardi di dollari sfumata per il gruppo italiano, che finora ha fornito gli Apache a Londra attraverso la ex Westland.
Negli elicotteri nel terzo trimestre gli ordini sono diminuiti di 44 milioni a 580 milioni, nei primi nove mesi il calo è di 1.343 milioni a 1.538 milioni (-47%). I ricavi dei nove mesi sono diminuiti del 20% a 2.565 milioni, l’Ebit è diminuito da 373 a 277 milioni. Nell’elettronica e difesa i ricavi sono diminuiti del 6% a 3.567 milioni, l’Ebit è aumentato da 164 a 180 milioni, gli ordini sono aumentati da 3.800 a 4.239 milioni grazie allo scatto nel terzo trimestre (da 1.072 a 1.749 milioni).
Nell’aeronautica i ricavi dei nove mesi sono diminuiti del 3,7% a 2.060 milioni, l’Ebit è aumentato da 134 a 185 milioni, pur «a fronte di ridotti volumi (...) e alcuni rallentamenti nel programma B787». Gli ordini nel terzo trimestre sono diminuiti da 568 a 305 milioni. Nei nove mesi l’aeronautica dichiara ordini per 9.790 milioni, rispetto a 1.259 milioni nel 2015, calcolando per intero il maxiordine per la fornitura di 28 Eurofighter al Kuwait firmato il 5 aprile. Come già spiegato nella semestrale (si veda Il Sole 24 Ore del 29 luglio 2016), Finmeccanica ha contabilizzato l’intero valore della fornitura, per 7,95 miliardi. Va precisato tuttavia che la quota di pertinenza di Finmeccanica _ secondo il gruppo _ è il 60%, quindi pari a 4,77 miliardi. Se si calcolasse solo questa quota, gli ordini dell’aeronautica sarebbero pari a 6.610 milioni.
Quanto all’intero gruppo, che dichiara ordini per 15.504 milioni, calcolando solo la quota del 60% della commessa Eurofighter si avrebbe un volume pari a 12.324 milioni rispetto a 7.791 milioni nel 2015.
Finmeccanica nel terzo trimestre ha incassato «il primo anticipo sul contratto» in Kuwait, però non comunica l’importo. Questo ha contribuito a ridurre l’indebitamento finanziario netto a 3.890 milioni, rispetto a 5.323 milioni a settembre 2015. Sulla riduzione ha influito l’incasso di 791 milioni per la cessione dei trasporti. Il titolo ieri ha perso lo 0,92% a 10,82 euro.
© Riproduzione riservata