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Bpvi-Veneto, il piano per i rimborsi ai soci

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Bpvi-Veneto, il piano per i rimborsi ai soci

  • –Marco Ferrando

Su un eventuale matrimonio, da celebrarsi in primavera, si deciderà tra dicembre e gennaio. Ma per avere un futuro, con o senza le nozze, Popolare Vicenza e Veneto Banca prima sanno di dover saldare i conti con il passato. La strada è complessa (e onerosa), ma per Popolare Vicenza e Veneto Banca non c’è alternativa: i soci depauperati rappresentano una quota importante della base clienti, dunque per tamponare l’emorragia è opportuno venire loro incontro. Con un’operazione che si preannuncia dalle dimensioni importanti: sul tavolo le due banche potrebbero mettere 400 milioni o forse di più, a beneficio di una platea che potrebbe arrivare a contare anche 100mila persone.

L’ha chiesto l’azionista di controllo, Quaestio, che ora insieme ai consulenti di Boston Consulting monitora e rintuzza il lavoro della cabina di regìa unica, chiamata a decidere nelle prossime settimane se le nozze s’abbiano da fare o meno. Ma intanto, si diceva, ci si occupa del passato: contro gli ex vertici che hanno guidato le banche in passato si voteranno in assemblea le azioni di responsabilità (a Montebelluna il 16 novembre, a Vicenza il 13 dicembre), per i soci che ne hanno subìto i danni si stanno per avviare le procedure di conciliazione. Un tema che ha tenuto banco l’altroieri nel primo tavolo congiunto tra gli ad Francesco Iorio e Cristiano Carrus e i rispettivi primi riporti, ma che finirà sul tavolo dei cda la settimana prossima, in calendario per mercoledì alla popolare vicentina e venerdì in Veneto Banca. Tappe forzate, perché l’obiettivo è di approvare la procedura entro fine mese, probabilmente con un ultimo via libera del board, in modo da avviare la fase operativa tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

Secondo quanto trapela, più che con veri e propri tavoli di conciliazione ad persona - sul modello di quelli imbastiti, ad esempio, dalla Popolare di Milano nell’autunno 2012 per il convertendo 2009/2013 - si tenterà una procedura standard, che consentirebbe di agire in tempi decisamente più rapidi. D’altronde i numeri sono molto diversi: in Bpm avevano aderito in circa 4mila, qui la platea dei potenziali soggetti danneggiati è di oltre 100mila persone. I conteggi sono in corso, e non sono semplici. Esclusi eventuali istituzionali e soprattutto i grandi azionisti, in parte coinvolti nelle “baciate” (prestiti in cambio di azioni) e comunque ritenuti di per sé consapevoli del rischio che stavano correndo, c’è da individuare tutti i piccoli sottoscrittori di un dato periodo, un dato prezzo e una data quantità massima e minima: chi rientrerà nelle condizioni previste potrà ambire ai ristori. Che in ogni caso saranno ovviamente parziali: prima delle svalutazioni avviate dal 2014 (che oggi hanno portato a 0,1 il valore di entrambi i titoli) le azioni avevano toccato un picco massimo di 40,5 euro per Veneto Banca e 62,5 per Popolare di Vicenza; impensabile che ci si possa anche solo avvicinare a quelle cifre per il rimborso, ma si starebbe ragionando su una quota compresa tra il 10-15% e il 25% dei prezzi di sottoscrizione. In questo modo, tenteranno di spiegare i vertici delle banche, la perdita sarà vicina (e in alcuni casi inferiore) a quella subìta dagli azionisti di banche quotate, che negli anni hanno perso anche il 90% dei loro investimenti. Che tuttavia, a differenza delle due banche, erano liquidi e quindi potevano essere smobilizzati in qualsiasi momento.

Chiudere la partita, o anche solo limitarne la portata, consentirà alle banche di eliminare un importante fattore d’incertezza in vista del riassetto che le attende, dove potrebbe esserci necessità di capitali freschi. Tuttavia, come si diceva, sarà un’operazione onerosa: al 31 marzo Veneto Banca aveva accantonato 102 milioni a fronte di 2.500 richieste da parte dei soci, al 30 giugno la Popolare di Vicenza 231 per 7mila reclami. L’avvio delle procedure sicuramente avrà l’effetto di accendere l’interesse di moltissimi altri soci, dunque è altamente probabile che nei bilanci 2016 vengano stanziati ulteriori fondi, per un totale che potrebbe superare i 400 milioni, o forse di più.

.@marcoferrando

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