Analoga la reazione del dollaro, che sulle prime ha perso vistosamente terreno su tutti i fronti, poi ha però progressivamente recuperato fino a riportare, per esempio, l'euro da oltre 1,12 ai valori della vigilia sotto quota 1,11. La sterzata ha seguito di pari passo l'andamento dei tassi sui Treasury, risaliti dopo l'iniziale discesa. Chi continua a fare le spese dell'elezione di Trump è invece il peso messicano, penalizzato dalla politica palesemente ostile all'immigrazione del nuovo inquilino della Casa Bianca, e in generale le valute dei Paesi emergenti.