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Ubi nel III trimestre torna in utile Massiah, M&A solo se crea valore

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Ubi nel III trimestre torna in utile Massiah, M&A solo se crea valore

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Ubi Banca festeggia in Borsa la trimestrale, mentre l'ad Massiah conferma che operazioni di M&A saranno prese in considerazione solo per creare valore agli azionisti. Nel corso della conference call di commento ai risultati trimestrali, l'a.d. ha ribadito che la banca «non vuole salvare nessuno». «So che il mercato non sembra crederci molto», ha aggiunto. Tuttavia come banca «siamo qui per generare valore per i nostri azionisti». Negli ultimi mesi insistenti indiscrezioni parlano di una trattativa di Ubi Banca per rilevare tre delle quattro banche salvate a novembre 2015 (Etruria, Banca Marche e CariChieti). Massiah non esclude che la banca possa diventare target di possibili operazione di M&A, anche perché la banca «è incredibilmente sottovalutata in questo momento».

Ubi Banca ha chiuso il terzo trimestre dell'anno con un utile netto di 32,5 milioni, in calo del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2015, ma il risultato dello scorso anno includeva un contributo allo schema di garanzia dei depositi inferiore di circa 10 milioni. Quindi, sottolinea la banca, complessivamente la trimestrale è da considerare «in miglioramento anno su anno, coerente con le attese del piano industriale». Positiva la reazione del titolo Ubi Banca in Borsa, con gli operatori che sottolineano come il mercato abbia apprezzato il rafforzamento del capitale. La solidità patrimoniale infatti è risultata in miglioramento, con un coefficiente Common equity tier 1 fully loaded all'11,28% dall'11,02% di giugno. Ubi ricorda che il previsto riacquisto delle minorities e l'effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti porteranno progressivamente un beneficio di altri 70 punti base sul Cet1.

L'utile trimestrale ha ridotto a 754,5 milioni la perdita dei nove mesi, dopo il rosso da 787 milioni registrato nella semestrale dopo aver spesato gli oneri del piano (pari a 840 milioni). Nel trimestre i proventi operativi si sono attestati a 745,6 milioni (-1,7%), con margine di interesse a 367,6 milioni (-7,8%) e commissioni nette a 321,4 milioni (+7%). In crescita del 3,7% a 515 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income salito al 69,1%. Quanto alla qualità del credito, nel terzo trimestre sono state contabilizzate rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 167,4 milioni, con un costo del credito annualizzato pari a 82 punti base. Nel secondo trimestre le rettifiche si era attestate a 1,05 miliardi, «includendo le maggiori rettifiche annunciate il 27 giugno quale premessa alle proiezioni di Piano Industriale». Le rettifiche effettuate «hanno comportato un ulteriore incremento della copertura complessiva dei crediti deteriorati, passata a settembre 2016, inclusi gli stralci, al 45,1% rispetto al 44,3% del giugno 2016». Lo stock di crediti deteriorati lordi si attesta a fine settembre 2016 a 13,2 miliardi, in ulteriore discesa rispetto ai 13,3 miliardi di giugno 2016 e ai 13,4 del dicembre 2015, pur con la «sostanziale assenza di cessioni di crediti». I flussi da crediti in bonis a crediti deteriorati si sono poi ridotti di un ulteriore 50,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015. Confermati i target, sia in termini di contenimento degli oneri operativi ricorrenti previsti nel 2016 in linea con l'anno precedente, sia in termini di riduzione del costo del credito nel quarto trimestre 2016 .

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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