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Il rialzo dei tassi in un’Europa fra crescita zero e rischio politico

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L'Analisi|In primo piano

Il rialzo dei tassi in un’Europa fra crescita zero e rischio politico

La grande domanda che tiene il mondo con il fiato sospeso è:«Cosa farà Trump adesso?» La seconda grande domanda è: «Dove andranno i mercati ?» Quel che è accaduto questa settimana su azioni e bond nel mondo è andato oltre ogni previsione e fantasticheria: la capitalizzazione della Borsa americana è aumentata di mille miliardi di dollari e la stessa cifra è stata spazzata via dai prezzi in crollo delle obbligazioni. Sul mercato dei BTp sono tornati rendimenti che il Tesoro, con un programma di emissioni lorde 2017 da 400 miliardi, avrebbe preferito non vedere in questa forma, senza alcun appiglio a fondamentali di crescita tonica e inflazione già vicina al 2%: da ricordare che questo era l’anno in cui lo spread BTp/Bund avrebbe dovuto sfondare al ribasso la soglia dei 100 punti (non puntare verso i 200 come ora), per il 2016 non si escludeva una promozione di outlook sui rating dell’Italia. La realtà è molto diversa: ieri sera il mercato ha tirato un profondo sospiro di sollievo per la decisione di S&P’s di confermare la BBB- stabile italiana e di sgombrare il campo dal timore di un impatto significativo - negativo - sul merito di credito sovrano nel caso di vittoria del “no” al referendum.

Dove vanno i bond? Il mercato sta calcolando che qualsiasi mossa di Trump (protezionismo con dazi e frontiere, investimenti pubblici in infrastrutture finanziati con deficit, taglio delle tasse anche per le fasce basse, agevolazioni per riportare le fabbriche negli Usa, freno a immigrazione e quindi meno manodopera a basso costo) è inflattivo, aumenta l’inflazione. Di conseguenza il rendimento dei Treasuries americani doveva salire, la prossima tappa del decennale è 2,30% poi 2,50%: molto più che una correzione, un riprezzamento della rottura, la fine di uno status quo che non piaceva a nessuno fatto di una crescita sottopotenziata, di una inflazione bassa e tassi ancor più bassi (il QE della Federal Reserve è ancora aperto perchè riacquista i titoli che scadono). I mercati europei si sono lasciati trascinare dalla corrente, hanno colto l’occasione per ritoccare all’insù rendimenti negativi che stavano scomodi a tutti, a cominciare da quelli tedeschi. Ma l’Europa non ha i fondamentali economici americani ed è in pieno rischio politico: si sono venduti in grandi quantità gli OaT francesi per colpa del rischio politico, lo spread OaT/Bund si è allargato di 13 centesimi da 30 a 43 questa settimana, un salto più ampio in proporzione contro i 18 punti del gap BTp/Bund da 153 a 171.

Il rischio politico? Si comincia il prossimo mese con il referendum italiano , poi si va alle elezioni in Austria, Francia, Olanda e Germania (e il mercato già ora si preoccupa per le prossime elezioni in Italia nel 2017 o 2018) mentre il vulcano Brexit è in eruzione.

L’asta dei due BTp trentennali è stata amara come non accadeva da tempo. «Il Tesoro ha collocato i titoli in asta con rendimenti allineati al secondario e limitandosi a registrare il calo dei prezzi di questa settimana (senza concedere un premio ndr.) - ha commentato Gustavo Baratta Banca IMI, desk trading titoli di Stato-.La domanda per il BTp a 30 anni è stata debole e ha aiutato la forchetta ampia tra importo minimo e massimo. Il BTp a 50 anni, che rende 3,42% con un prezzo lievemente sotto 86, ha avuto una performance migliore rispetto alla scadenza trentennale, il gap tra il rendimento dei due titoli si è stretto da 53 al lancio dell'emissione a 25 centesimi».

Hanno il loro peso, come di norma, anche fattori strettamente tecnici per spiegare questa settimana di strappi violenti: «Il mercato dei bond ha movimenti eccessivi perchè gli intermediari che fanno market making possono assorbire e quindi esporsi a meno rischio rispetto al passato - aggiunge Baratta.- I nuovi requisiti prudenziali di capitale hanno ridotto lo spessore del mercato e le oscillazioni sono amplificate».

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