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Castagna (Bpm): «No a benchmark su Npl»

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Castagna (Bpm): «No a benchmark su Npl»

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Giuseppe Castagna (Fotogramma)
Giuseppe Castagna (Fotogramma)

L’aggregazione tra Bpm e Banco Popolare, approvata dalla rispettive assemblee, partirà il primo gennaio come da programma. «Siamo nei tempi su tutto. La fusione procede molto bene, siamo tranquilli sul piano approvato dalla Bce, che ci conferma che il nostro piano rimane. La cosa ci conforta nonostante questi turbamenti di mercato». Giuseppe Castagna, ceo di Bpm e futuro capo di BancoBpm ha risposto così a chi gli chiedeva sulla road map della fusione. In occasione di un convegno organizzato da Prelios sul tema degli Npl, Castagna ha risposto anche sul tema del referendum, sottolineando come «il mercato teme l’instabilità».

Il manager ha voluto anche fare chiarezza sull’ipotesi che la Vigilanza possa chiedere un innalzamento delle coperture sui crediti deteriorati, sulla scorta di quanto ipotizzato - come anticipato dal Sole 24Ore in settimana - in casa UniCredit. Lo scenario di un possibile aumento degli accantonamenti sui crediti non performing anche ieri ha contribuito ad appesantire il clima sui titoli bancari, che hanno registrato un calo del 2,45%. «Ho sempre contestato l’idea del benchmark e questo sarebbe l'ennesimo benchmark - ha aggiunto Castagna - Ma noi saremo la banca più tranquilla perchè, avendo un piano già approvato, sappiamo quali sono i nostri benchmark e quello che dobbiamo fare. Quando i mercati avranno più lunga vista che short term probabilmente si apprezzerà il titolo». Il manager ha evidenziato che «il nostro piano è di tre anni e non corriamo dietro a nessuno». Bisogna considerare che «c’è npl e npl, sofferenza e sofferenza. Gli accantonamenti dipendono da quali sono gli asset a garanzia e da quanto tempo ci si mette a recuperare. Ma il nostro piano lo spiega in dettaglio, quindi qualunque evenienza ci tocca relativamente poco». Castagna ha poi precisato che «se abbiamo detto che il miliardo di aumento di capitale (varato dal Banco, ndr) sarebbe servito a fare un miliardo e mezzo di accantonamenti in più per aumentare i livelli di accantonamenti, il Banco sta facendo questo. A fine anno avrà 1,5 miliardi di accantonamenti in più proprio perché questo è l’impegno che abbiamo preso nel piano».

Ieri intanto dalle comunicazioni Consob è emerso che Morgan Stanley risulta in possesso di una partecipazione aggregata in Bpm pari ai 5,559% alla data dell’11 novembre scorso. (R.Fi.)

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