Finanza & Mercati

L’autonomia, i verbali e le accuse di Rossi

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

L’autonomia, i verbali e le accuse di Rossi

L’autonomia dei membri dell'organo con funzioni di controllo è un tema emerso nelle due più importanti assemblee di quest'anno. Quella del 30 aprile, che doveva eleggere il Consiglio di sorveglianza chiamato a esprimere il parere definitivo sul progetto di fusione, e quella del 15 ottobre in cui i soci dovevano approvare o respingere quel progetto.

Ecco cosa disse il 30 aprile il presidente del Consiglio uscente, Piero Giarda, sulla selezione dei candidati del nuovo Cds dopo aver appreso dell'assenza di voci critiche quali Di Battista e Montanari: «Non voglio pensare che le perplessità o riserve su alcuni aspetti della proposta di aggregazione del consiglio di gestione abbiano influito sulla formazione delle liste che voi soci andrete a votare […] Voglio pensare che la formazione delle liste di oggi non nasca, nemmeno in parte, da forme nuove di commistione tra controllori e controllati».

Nell'assemblea del 15 ottobre il suo successore alla presidenza del Cds, Nicola Rossi, non ha affatto tranquillizzato i soci. In coda all'intervento in cui introduceva la “Relazione sulla fusione”, ha detto: «Mi corre l'obbligo di segnalare all'Assemblea che, con rammarico, non hanno potuto unire il loro voto in questa circostanza a quello della maggioranza sette consiglieri su diciassette, fra cui il Presidente. Avrei considerato doveroso che la Relazione approvata fosse caratterizzata da una maggiore completezza informativa e contenesse un esplicito riferimento alle considerazioni dubitative espresse in momenti diversi da alcuni consiglieri, oggetto di specifici quesiti posti al Consiglio di Gestione».

In assemblea Rossi ha scelto di non dire quello che invece è riportato in un verbale del 12 ottobre: «Sette dei componenti sono stati designati quali organi della nuova capogruppo e, come tali, potenzialmente in conflitto di interessi in tutte le materie in qualche maniera connesse con l'operazione di aggregazione ivi incluse […]. Il Presidente osserva che, qualora i componenti del Consiglio designati negli organi della nuova capogruppo avessero ravvisato gli estremi del richiamato conflitto di interessi e si fossero astenuti, il Consiglio non avrebbe approvato la Relazione all'Assemblea nel testo licenziato […] Si è determinato, in altre parole, un “corto circuito istituzionale” potenzialmente rilevante ai fini della terzietà ed indipendenza del Consiglio e della necessaria distinzione dei ruoli fra Organo di controllo e Organo di supervisione strategica».

© Riproduzione riservata