
Victor Massiah, numero uno di Ubi banca, sta per coronare il progetto di crescita del gruppo bancario di cui è leader da tanti anni. La crescita dimensionale, interrotta da quando il «fondatore» di Ubi Giovanni Bazoli si è ritirato dietro le quinte, sta per riprendere. O oggi o al massimo entro metà dicembre, infatti, la vigilanza europea della Bce dovrebbe dare il via libera all’acquisizione da parte di Ubi di tre banche che un tempo furono gloriose ma che ora sono in attesa di rilancio: Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Chieti. Prima dell’acquisizione i tre istituti saranno ripuliti dagli Npl - problema che attanaglia molti istituti italiani, come ha ribadito lo stesso Massiah nella sua ultima intervista al New York Times - grazie all’intervento del fondo Atlante, di cui Ubi è contributore di rango elevato. Aperte e chiuse due volte le trattative per rilevare Mps, sfumati i tentativi di fusione prima con Banco popolare e poi con Bpm, finalmente Ubi è prossima alla crescita dimensionale desiderata da tanto tempo. Per rilevare le tre banche «risanate» è probabile che servirà un aumento di capitale. Ma la crescita dimensionale servirà ad avvicinare i total asset della grande Ubi a quelli di Banco-Bpm che, come noto, dal 1 gennaio diventerà la terza banca italiana. (Al.G.)
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