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Generali conferma i target e annuncia il taglio dei costi

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Generali conferma i target e annuncia il taglio dei costi

(Reuters)
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Generali conferma i target al 2018, innanzitutto i 5 miliardi di dividendi cumulati, accelera sul taglio dei costi e razionalizza le attività, uscendo dai mercati non redditizi. Il numero uno delle assicurazioni in Italia ha presentato ieri a Londra un programma di trasformazione del gruppo che prevede cessioni di attività in 13-15 Paesi per incassare 1 miliardo di euro da investire nel business.

«Partiamo da una situazione già positiva ma ora vogliamo raggiungere la massima efficienza operativa e accelerare verso l’eccellenza, - ha detto ieri l’amministratore delegato Philippe Donnet all’Investor Day del gruppo. – Il nostro obiettivo è un aumento della produttività del 15% entro il 2019. Un target chiaro e una tabella di marcia altrettanto chiara».

Sui mercati maturi, Italia compresa, sono previsti 200 milioni di riduzione dei costi nel triennio 2016-2019, con costi one off di 700 milioni per gli investimenti necessari per migliorare la produttività e promuovere l’innovazione tecnologica. «A inizio 2019 Generali sarà una società strutturalmente diversa, - ha detto Alberto Minali, group general manager e Cfo. – La trasformazione è un aspetto più importante del taglio dei costi».

8I Paesi che non riescono a raggiungere il target subiranno dei tagli anche dell’organico, ha detto Donnet. «La razionalizzazione fatta in Italia è un modello che seguiremo in altri Paesi», ha dichiarato il Ceo, precisando però che «dopo tre anni di ristrutturazione l’Italia ha raggiunto un buon livello di efficienza, ma deve ancora raggiungere l’eccellenza». Il programma di razionalizzazione della macchina operativa si chiama “Fit to lead” e prevede la mobilitazione di 15 squadre coordinate a livello centrale per trasformare tutte le divisioni di business e aumentare del 15% la produttività in tutti i Paesi dove il gruppo è presente e per individuare i mercati dai quali è meglio uscire.

La «nuova missione» del gruppo è «ottimizzare la presenza internazionale», ha detto Donnet, che significa mantenere una presenza geografica diversificata ma puntare su alcuni Paesi ad alta redditività e potenziale e abbandonare altri Paesi. «Non c’è niente di intoccabile o di sacro, prenderemo tutte le decisioni radicali che saranno necessarie», ha affermato. Una presenza in meno Paesi riduce i costi, limita i rischi e minimizza la volatilità della balance sheet. Il nuovo corso Generali prevede una «leadership misurata non sulla dimensione ma sulla profittabilità».

Donnet non intende rivelare la lista dei 13-15 Paesi, sia mercati maturi che emergenti, dai quali il gruppo intende uscire fino a quando le cessioni saranno state completate, anche se voci di mercato parlano di Benelux e di alcuni Paesi dell’America Latina. Il gruppo ha però fatto sapere quali sono i mercati sui quali intende restare, investire e crescere: Cina, India, altri Paesi asiatici come Thailandia, Indonesia e Vietnam, e in America Latina Argentina e Brasile. I proventi delle dismissioni, secondo le previsioni 1 miliardo di euro, verranno tutti reinvestiti nel business, ha precisato Donnet: «La nostra strategia non è basata sull’M&A, ma saremo opportunisti e valuteremo le occasioni che ci presentano. Non abbiamo fretta quindi possiamo aspettare che arrivi l’opportunità giusta a un prezzo che riteniamo equo».

Generali ha confermato gli obiettivi finanziari già annunciati, tra i quali flussi di cassa per 7 miliardi e un Roe superiore al 13%, e il dividendo agli azionisti. «La traiettoria del dividendo è in crescita ed è una crescita sostenibile», ha affermato Minali. Oltre agli investimenti in tecnologia, essenziali per realizzare il piano strategico annunciato ieri, Generali punta anche a rafforzare il brand, con un obiettivo di un aumento del 3% del grado di preferenza nei mercati maturi e un incremento del 10% della conoscenza del brand nei mercati più promettenti. Donnet ha confermato che a breve lascerà l’incarico ad interim di country manager per l’Italia. «Ci avviciniamo alla nomina, perchè mi sembra giusto impegnarmi al 150% nel lavoro di Ceo, - ha spiegato. – Non rivelo ancora il nome, ma posso dire che faremo una scelta interna». Per quanto riguarda la questione della conversione delle obbligazioni Monte dei Paschi in portafoglio, per Generali «la priorità è Mps», ha dichiarato ieri Donnet: «Valuteremo la proposta con il Cda e prenderemo la decisione giusta nell’interesse degli azionisti e dei policyholder».

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