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Generali convoca il comitato sui subordinati del Monte

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Finanza personale

Generali convoca il comitato sui subordinati del Monte

  • –Laura Galvagni

Generali è al lavoro sulla conversione dei bond subordinati Mps. La compagnia, come è noto, ha in portafoglio circa 400 milioni di euro di titoli e la prossima settimana potrebbe definire, a valle di un cda straordinario, come muoversi all’interno di questa delicata partita.

Il primo passo sarà la riunione del comitato degli investimenti prevista per domani, lunedì 28 novembre. In quella sede verrà definita una tabella di marcia e una proposta di piano che dovrà poi ricevere il via libera del board. Al momento non è dato sapere se il consiglio si terrà nelle ore immediatamente successive al comitato oppure nei giorni a seguire, quel che è certo è che la decisione verrà assunta al più tardi entro giovedì 1 dicembre.

Il gruppo si trova di fatto a dover decidere se trasformare in titoli l’intero ammontare dell'esposizione oppure se convertirne solo una parte. Di fatto toccherà al comitato degli investimenti analizzare per primo oneri e onori di questa complessa operazione. A guidarlo è il group ceo Philippe Donnet, ma sono presenti anche il group general manager nonché cfo Alberto Minali e il chief investments officer, Nikhil Srinivasan, oltre ai consiglieri Francesco Gaetano Caltagirone, Clemente Rebecchini e Paola Sapienza.

La questione è particolarmente articolata. L’ammontare non è marginale e la totale conversione proietterebbe le Generali tra i primi soci della banca. Secondo le attuali stime la compagnia potrebbe arrivare a detenere fino all’8% del capitale. Una quota rilevante tanto più perché non esiste, al momento, alcun azionista forte pronto a occuparsi del rilancio dell’istituto post aumento di capitale. Tanto più che tra gli altri soci del Monte figura anche uno dei principali competitor di Generali, ossia Axa. Il gruppo francese, peraltro, ha un accordo di bancassicurazione assai rilevante con l’istituto che, proprio in questo momento è in fase di rinegoziazione. La partnership, che tra danni e vita vale il 4,4% del mercato delle polizze in Italia, termina a marzo del 2017 ma già ora, se si deciderà di rinnovare l’intesa, vanno gettate le basi del nuovo accordo. E in questo momento la discussione è ancora in atto. Un eventuale strappo con la compagnia transalpina potrebbe implicare per la banca qualcosa come 750 milioni di euro da versare al gruppo francese. Allo stesso modo, Axa, senza l’intesa con il Monte, rischierebbe di perdere la fetta chiave del giro d’affari che qui genera.

Nel mezzo si pongono le Generali: può il gruppo diventare azionista chiave di una banca che distribuisce le polizze di un’altra compagnia? Le prossime mosse del Leone lo chiariranno.

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