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Petrolio, l’Opec cerca di salvare in extremis l’accordo sui…

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il vertice

Petrolio, l’Opec cerca di salvare in extremis l’accordo sui tagli

L’Opec non ha gettato la spugna.Ma l’accordo per tagliare la produzione di petrolio, che fino a poche settimane fa quasi tutti davano per certo, non è mai sembrato così fuori portata. In vista del vertice di domani le discussioni si stanno prolungando in modo estenuante, nel tentativo - ancora senza successo - di ricomporre le divisioni nel gruppo.

Ci sono ancora resistenze soprattutto dall’Iran, ma sembra che anche l’Iraq non si sia ancora allineato del tutto, nonostante il mercato abbia accolto bene le dichiarazioni del ministro Jabbar Al Luaibi all’arrivo a Vienna: «Siamo ottimisti, speriamo di raggiungere un accordo - ha detto Al Luaibi - Coopereremo con gli altri membri dell’Opec per raggiungere un accordo accettabile per tutti». Le quotazioni del petrolio su queste parole hanno addirittura girato in positivo, per chiudere a 48,24 $/barile nel caso del Brent (+2,1%).

La strada è però tuttora in salita, anche per quanto riguarda l’eventuale collaborazione di produttori non Opec ai tagli: l’Azerbaijan ha deciso che non manderà delegati Vienna, la Russia si ostina a non assumere impegni di riduzione dell’output - come invece vorrebbero i sauditi - ma continua a promettere solo un congelamento agli attuali livelli record.

Nel quartier generale viennese dell’Opec ieri c’è stata una riunione fiume tra delegazioni tecniche dei paesi membri: ben 11 ore di fila. Il ministro algerino dell’Energia, Noureddine Bouterfa, stava intanto raggiungendo Mosca, con il venezuelano Eulogio Del Pino, per tentare una mediazione in extremis coi russi.

La volontà negoziale, insomma, sembra tutt’altro che spenta. E questo potrebbe essere un buon segno, sulla base delle esperienze passate: l’Opec è riuscita parecchie volte a sorprendere il mercato, raggiungendo intese “impossibili” con lunghi e tortuosi percorsi di trattativa.

In quella che ormai sembra una partita a poker tra professionisti, l’Arabia Saudita ha intanto cambiato strategia, preparando la strada a un possibile fallimento del vertice o forse, chissà, bluffando per convincere i riottosi. «Ci aspettiamo una domanda incoraggiante nel 2017 e il mercato ritroverà un equilibrio anche senza interventi dall’Opec», ha dichiarato domenica il ministro Khalid Al Falih. «Non penso che i vertici dell’Opec abbiano un solo percorso tracciato, ossia tagliare la produzione. Penso che mantenerla ai livelli attuali sarebbe giustificabile».

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