MILANO - Archiviato il tema della conversione in azioni dei subordinati Mps, Generali si appresta a compiere un altro passaggio chiave: un piccolo riassetto della governance. Il prossimo 12 dicembre il consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo esaminerà l’opportunità di sistemare due caselle chiave. A margine dell’Investor Day, il groupo ceo, Philippe Donnet, ha spiegato che avrebbe presto lasciato la poltrona di country manager dell’Italia per favorire l’ascesa di un manager interno. Allo stesso modo, il group ceo ha anche ricordato che l’incarico da cfo del group general manager Alberto Minali era di fatto ad interim considerate le responsabilità assunte da Minali dopo l’uscita dell’ex ceo Mario Greco. In virtù di questo, al prossimo board verrà valutata la staffetta anche per la poltrona da chief financial officer.
Partendo dall’Italia e da chi assumerà in toto le deleghe sul paese, va ricordato che l’11 maggio scorso il cda ha nominato Marco Sesana, che all’epoca era chief insurance and operations officer della società, amministratore delegato e direttore generale di Generali Italia. A questo punto sono in molti a credere che Sesana possa fare un ulteriore passo avanti diventando anche country manager. Non foss’altro perché Donnet ha commentato così la sua scelta di rinunciare alla carica : «Ci avviciniamo alla nomina di un country manager per l’Italia, mi sembra giusto. Io mi devo impegnare al 150% nel lavoro di group ceo e quindi non sarebbe giusto continuare in questa situazione. Non posso dire chi sarà, ma posso dire che faremo una scelta interna». Naturale dunque immaginare che la soluzione possa essere quella di ampliare il ventaglio di deleghe in capo a Sesana.
Diversamente, la partita per la figura da cfo potrebbe essere più aperta. Risulta infatti che siano state sondate sia candidature esterne che interne. La poltrona è altrettanto delicata, si tratta infatti di prendere in mano la gestione delle finanze della più importante compagnia assicurativa del paese nonché di una delle più rilevanti a livello europeo. Riguardo alle possibili opzioni, la squadra che ora riferisce a Minali ha due possibili carte da giocare visto che la responsabilità del finance è stata ripartita tra la divisione guidata da Enrico Mattioli, Strategic planning, control e integrated reporting, dove centrale è il monitoraggio dei costi, e il Corporate finance di Luigi Lubelli che si occupa più di gestione delle operazioni sul mercato.
Mattioli, con un passato da analista tra UniCredit e Deustche Bank e un passaggio in Unipol Gruppo nell’area strategic planning and control, sembra avere i requisiti per poter assumere il ruolo. Ma anche le diverse figure sondate all’esterno hanno il profilo adatto. Si vedrà se il board vorrà preferire o meno la soluzione interna.
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