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Apple, la Corte Suprema dà ragione a Samsung

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Apple, la Corte Suprema dà ragione a Samsung

Affrontando per la prima volta da oltre un secolo un caso che riguarda la violazione di brevetti relativi al design di un prodotto, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso che un tribunale deve ridefinire la somma che Samsung deve ad Apple per avere copiato il design dell’iPhone. Per il gruppo sudcoreano - che aveva giudicato «sproporzionata» quella multa, si tratta di una vittoria. Samsung era stato condannato a una pena pecunaria di 399 milioni di dollari dopo che, nel 2012, una giuria aveva determinato che 11 modelli di suoi smartphone violavano i brevetti della rivale californiana. Il massimo organo giudiziario americano aveva accettato di affrontare il caso in questione per chiarire come un tribunale dovrebbe calcolare il valore dei danni causati da violazioni di brevetti. Il produttore dell’iPhone aveva sostenuto di avere diritto a tutti i profitti generati dai prodotti Samsung contenenti brevetti non propri.

Dal canto suo l’azienda sudcoreana aveva detto di non ritenere giusto il versamento dei profitti in questione perché il design incriminato era solo una componente di dispositivi molto complessi. Il giudice Sonia Sotomayor, per conto della Corte Suprema intera, ha dato ragione a Samsung. La tesi è che chi possiede un determinato brevetto non ha sempre il diritto sui profitti totali generati da un prodotto venduto ai consumatori e che ha violato quel brevetto. In prodotti composti da più parti, chi possiede un determinato brevetto può talvolta avere diritto solo al giro d’affari legato alla componente specifica che ha violato il brevetto stesso. La decisione su quanto Samsung debba pagare viene però lasciata a un tribunale. La battaglia legale tra i due colossi tecnologici è monitorata attentamente. Dalla parte di Apple si sono schierate aziende come Crocs, Tiffany e Adidas, convinti che la sua linea difensiva è essenziale per proteggere design innovativi.

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