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Bce, indagine sulla fuga di notizie su Mps

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il dossier montepaschi

Bce, indagine sulla fuga di notizie su Mps

Ansa
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La decisione della Banca centrale europea sulla richiesta di proroga del Monte dei Paschi di Siena per la ricapitalizzazione può arrivare prima della riunione del Consiglio direttivo di mercoledì a Francoforte. Intanto, la Bce ha confermato, su richiesta de Il Sole 24 Ore, che aprirà un’indagine formale sulla fuga di notizie di venerdì all’agenzia Reuters, a mercati aperti, sulla bocciatura della richiesta da parte del Consiglio di vigilanza.

Dopo che venerdì il Consiglio di vigilanza ha deciso negativamente, il verdetto finale spetta ora al Consiglio direttivo, come per tutte le decisioni dei supervisori. Un ribaltamento appare a dir poco improbabile. Si tratta di una procedura scritta di silenzio-assenso: se nessuno dei 25 membri del Consiglio direttivo (il presidente Mario Draghi, gli altri cinque membri del comitato esecutivo e i 19 governatori delle banche centrali nazionali dell’area euro) farà obiezioni, e questo dovrebbe avvenire all’inizio della settimana, la decisione dei supervisori avrà il via libera e non si renderà necessario il suo esame nelle riunione di mercoledì. In passato, per questioni della massima urgenza, come per esempio durante la crisi greca, il Consiglio direttivo ha deliberato in teleconferenza, ma potrebbe non essere il caso di Mps.

Sul merito, la decisione del Consiglio di vigilanza, presieduto da Danièle Nouy, non sarebbe stata particolarmente controversa. La storia recente del Monte dei Paschi, da quando è sottoposto alla supervisione europea, racconta che, prima che ricadesse sotto l’Ssm, il braccio di vigilanza della Bce, dal novembre 2014, Mps, come le altre principali banche dell’eurozona, è stato sottoposto a una «valutazione approfondita», comprensiva di una valutazione della qualità dell’attivo e di uno stress test, ed è risultata fra le peggiori. Nell’estate scorsa, è stato oggetto di un altro stress test ed è stato l’unico istituto a ritrovarsi con capitale negativo in base allo scenario avverso. È stato espresso molto scetticismo fra le autorità europee sul fatto che i venti giorni di proroga richiesti sarebbero serviti a varare la ricapitalizzazione con investitori privati, in presenza tra l’altro della crisi politica italiana. C’è anzi preoccupazione che un ulteriore allungamento dei tempi possa danneggiare il resto del sistema bancario italiano, con il resto delle banche, anche quelle sane e ben gestite, “contagiate” incolpevolmente dall’incertezza su Mps per un periodo ancora più lungo.

Sul metodo, diversi osservatori del settore bancario sollevano obiezioni sul fatto che, una volta avvenuta (alle 13, a mercati abbondantemente aperti), la fuga di notizie all’agenzia Reuters sulla bocciatura della richiesta da parte del Consiglio di vigilanza (l’inchiesta dovrà stabilire chi ha fatto filtrare la notizia; c'è da chiedersi con quali finalità), la Bce, rivelando ancora una volta gravi lacune, già lamentate in più occasioni, di comunicazione in materia di vigilanza, non abbia ritenuto non tanto di confermare o no la notizia, ma di precisare quanto meno che la procedura non era ancora conclusa, avendo bisogno dell'imprimatur del Consiglio direttivo, e che questo avrebbe richiesto alcuni giorni. In questo modo è stato arrecato un danno ulteriore non solo ad azionisti e obbligazionisti dell’Mps, ma anche a quelli delle altre banche italiane, un dozzina delle quali, le più importanti, sono anch'esse vigilate dall’Ssm.

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