La Banca popolare di Sondrio mantiene la convocazione dell'assemblea per sabato prossimo 17 dicembre. Il consiglio di amministrazione dell'istituto ieri ha deciso però di giocare una carta in extremis per tentare di evitare la trasformazione in spa. Una istanza al Consiglio di Stato per una misura cautelare monocratica che ampli nei fatti la sospensiva già concessa sul recesso anche alla trasformazione in spa.
«L'istanza - spiega l'avvocato Francesco Saverio Marini - è stata fatta oggi dalla banca nel giudizio che aveva portato all'ordinanza dei primi di dicembre. In questi casi il presidente di sezione deve esprimersi entro 2-3 giorni».
Dunque, entro venerdì. Il contesto in cui ci si muove è l'incertezza generata dall'ordinanza del Consiglio di Stato con la quale a inizio dicembre era stata sospesa la circolare della Banca d'Italia applicativa delle norme sulla riforma delle popolari. E in particolare il passaggio che consente di non rimborsare il recesso.
La Banca popolare di Sondrio, in realtà, non ha un problema sul recesso, perché il prezzo è stato fissato attorno a 2,5 euro per azione, dunque sotto il corso azionario, cosa che rende non conveniente recedere. La banca potrebbe procedere alla trasformazione in spa sabato prossimo. C'è però il timore che i soci possano impugnare la delibera dell'assemblea, anche perché il Consiglio di Stato ha sospeso anche il divieto di poter controllare la spa con una holding. Facoltà di cui, probabilmente, vorrebbero avvalersi invece i soci. Da qui l'istanza fatta ieri: chiedere tout court la sospensione dell'intera riforma, e dunque dell'obbligo di trasformazione in spa entro il 27 dicembre. Se il Consiglio di Stato non accoglierà l'istanza sabato si terrà l'assemblea della Bps.
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