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Sondrio, stop alla Spa. Il Tribunale di Milano inibisce l'assemblea

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Sondrio, stop alla Spa. Il Tribunale di Milano inibisce l'assemblea

La Banca Popolare di Sondrio domani non si trasformerà in Spa. A deciderlo, anticipando una possibile mossa in tal senso dello stesso istituto, è stato il Tribunale di Milano che, come anticipato da Radiocor Plus, con un provvedimento d'urgenza ha deciso di inibire «lo svolgimento della riunione dell'assemblea dei soci di Banca Popolare di Sondrio prevista per il giorno 17 dicembre 2016, limitatamente alla parte straordinaria dell'ordine del giorno (proposta di trasformazione della Banca Popolare di Sondrio, società
cooperativa per azioni, in società per azioni)».

Il giudice Marianna Galioto ha così accolto il ricorso presentato ieri dal socio Marco Vitale e ha fissato l'udienza per il contraddittorio il 10 gennaio 2017. Il pronunciamento segue di qualche ora il decreto con cui il Consiglio di Stato ha sospeso il decorso dei termini per l'obbligo di trasformazione in Spa, fissato dalla legge di riforma delle Popolari al 27 dicembre. La decisione del tribunale amministrativo è arrivata in risposta a un'istanza cautelare depositata dalla stessa Popolare di Sondrio, che aveva chiesto di estendere lo stop già imposto lo scorso 2 dicembre ad altri aspetti della riforma, in particolare alla possibilità concessa agli istituti di limitare il rimborso delle azioni oggetto di recesso.

Il Consiglio di Stato esaminerà la questione nel merito il prossimo 12 gennaio, mentre si attende il pronunciamento della Consulta sulla costituzionalità dell'intera riforma.
Il giudice Galioto, in ogni caso, ha ritenuto «che ricorrano i presupposti per l'emissione inaudita altera parte del provvedimento ex art.700 Codice di procedura civile come richiesto, sostanzialmente coincidente con l'inibitoria alla riunione assembleare dei soci della Banca Popolare di Sondrio, prevista per il prossimo 17 dicembre 2016, sia pure limitatamente alla parte straordinaria dell'ordine del giorno». «Il provvedimento richiesto - ha rilevato il giudice - si manifesta come anticipatorio di una condanna a “non fare” che non potrebbe ovviamente intervenire in tempo utile prima dell'assemblea gia' indetta per il 17 dicembre 2016».

Il tribunale milanese nota quindi che «già la sospensiva del provvedimento amministrativo, avvenuta in data 2 dicembre 2016» con il pronunciamento del Consiglio di Stato «incide pesantemente sul quadro di regole concernenti le conseguenze derivanti al socio dalla trasformazione della società da cooperativa a Spa, che in questa prima fase rendono difficile assumere una determinazione consapevole sulle scelte da operare in assemblea».

«Si aggiunga - prosegue il decreto - che tra le questioni di illegittimità costituzionale sollevate dal Consiglio di Stato si censura l'adozione dello strumento della decretazione d'urgenza adottato con i ricordati provvedimenti legislativi del 2015, per contrarietà all'articolo 77 della Costituzione, che potrebbero travolgere l'intera regolamentazione ivi contenuta, ove mai la Corte costituzionale non ritenesse sanato, ex nunc dalla legge di conversione, il vizio della mancanza del presupposto della straordinaria necessità e urgenza che legittima l'emissione del decreto legge».

Ricorre infine, secondo il giudice, «il periculum in mora, legato all'esigenza di assicurare al socio la possibilità di adeguata ponderazione delle scelte da operare in assemblea, non essendovi allo stato evidenza della volontà, da parte dei soggetti a ciò legittimati, di rinviare l'adunanza».
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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