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Mediaset ora chiede intervento dell’Agcom

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REGOLE

Mediaset ora chiede intervento dell’Agcom

Ora l’Agcom non può non intervenire nella vicenda. L’esposto di Mediaset lo richiede esplicitamente, «anche in via provvisoria e di urgenza» e, soprattutto, giudica illegittima la situazione in essere, non solo i suoi possibili sviluppi.L’Agcom, nel suo comunicato del 15 dicembre, sottolineava quanto anticipato da Il Sole 24 Ore il giorno precedente: operazioni volte a concentrare il controllo delle due società (Mediaset e Telecom Italia, ndr) potrebbero essere vietate. Questo perché Fininvest ha il 13,3% del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni e Telecom, con il 44,7% del mercato delle telecomunicazioni, non può acquisire ricavi superiori al 10% del Sic. Mediaset cita il comma 11 dell’articolo 43 del Testo unico per i servizi media e audiovisivi: il limite del 10% si applica alle imprese che lo superano, «anche attraverso società controllate e collegate».

Il titolo in borsa

L’ingresso di Vivendi nel capitale di Mediaset in misura superiore al 10% stabilisce la quota di collegamento tra società quotate: per Mediaset, quindi, la situazione in essere è già illegittima in sé perchè vi è un collegamento tra Telecom e il gruppo televisivo attraverso Vivendi, anche se quest’ultima non prendesse il controllo di Mediaset attraverso un’Offerta pubblica di acquisto o con altre operazioni. E sempre che Vivendi controlli Telecom Italia.

L’Agcom ha ricevuto ieri l’esposto e sta valutando la lettura della legge fornita da Mediaset. Il consiglio dell’Autorità si riunisce oggi, ma non sono previste, al momento, decisioni formali sul caso. Secondo la legge, l’Agcom potrebbe intanto emanare un «richiamo pubblico» per segnalare il rischio, indicando le imprese e il mercato interessato. Un comunicato stampa non equivale a tale atto formale. Dopo di questo, in caso di accertata violazione dei limiti fissati dall’articolo 43, l’Autorità deve provvedere aprendo un’istruttoria al termine della quale interviene «affinché esse (le situazioni vietate dall’articolo in questione, compreso il comma 11) vengano sollecitamente rimosse». Anche attraverso «misure che incidano sulla struttura dell’impresa, imponendo dismissioni di aziende o rami d’aziende» in un termine non superiore ai dodici mesi.

Le mosse dell’Authority per le comunicazioni a questo punto diventano decisive. E al ruolo delle autorità, compresa la Consob, fa affidamento il governo che continua invece ad escludere misure o provvedimenti. Non ci sono allo stato strumenti che non investirebbero l’esecutivo con una valanga di accuse di protezionismo e violazione delle regole europee di mercato. Ed è tra regole e diplomazia politica, lungo questo percorso molto stretto, che si è mosso ieri anche il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. Il suo messaggio acquista rilevanza particolare perché è stato espresso direttamente a Parigi, “a casa” di Vincent Bolloré.

Alfano ha fatto sapere di aver affrontato anche questo tema in un incontro avuto nella capitale francese con l’omologo Jean-Marc Ayrault: «Ho espresso la forte preoccupazione del governo italiano per quanto riguarda un’operazione che dovrà essere valutata dalle autorità preposte. Abbiamo grande rispetto delle regole del mercato e pretendiamo altrettanto rispetto dalle regole del mercato». La scalata di Vivendi - ha proseguito - «è una vicenda che investe il sistema Italia nel suo complesso e non solo un’azienda privata». Dopo il messaggio tra le righe del premier Gentiloni sulle «scorribande», il comunicato di Calenda e le esternazioni di Orlando e Delrio, un altro ministro conferma in pubblico che il governo resta vigile sulle sortti del gruppo di Berlusconi.

Il dialogo con il Cavaliere, in vista della legge elettorale ma anche della tenuta stessa del governo su passaggi cruciali in Parlamento, è troppo importante per restare in silenzio. E il fondatore di Mediaset ne è consapevole. «Ci siamo in tutto a partire da Mps. Auguri di buon lavoro» è il messaggio rivolto direttamente da Berlusconi a Gentiloni ieri in occasione del brindisi di Natale al Quirinale. Ma è forse in quel riferimento di Alfano alle «autorità preposte» la vera chiave di lettura.

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