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Banche, trasparenza e il dovere della verità

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L'Analisi|L’analisi

Banche, trasparenza e il dovere della verità

Le crescenti perdite dovute a crediti deteriorati hanno già portato all’intervento dello Stato in Monte dei Paschi di Siena e rischiano di portare ad un intervento statale in altre banche.

Sull’onda della rabbia scatenata da quest’intervento la proposta di pubblicare i nomi dei primi 100 debitori insolventi di Mps sembra trovare consenso da più parti, non ultima dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) Antonio Patuelli.

In anticipazione della seduta del Parlamento in materia, però, è importante ricordare come la pubblicazione dei primi 100 nomi sia solo il primo passo verso una doverosa operazione di trasparenza sulle cause e i rimedi della crisi bancaria. Come scritto sulle pagine del Sole, gli altri due pilastri essenziali di questa politica sono una commissione d’inchiesta sulle cause delle crisi bancaria e una totale trasparenza su chi beneficia dei rimborsi statali per i subordinati.

Senza una commissione d’inchiesta seria, la pubblicazione dei nomi gioverebbe solo a trasferire la colpa dai banchieri ai debitori, come ha cercato di fare il presidente dell’Abi Patuelli, parlando del reato di mendacio bancario, ovvero falsa dichiarazione per ottenere il credito. Se debitori inaffidabili hanno ricevuto un ammontare spropositato di credito è colpa delle menzogne dei debitori o della insipienza (collusione) delle banche? Solo una commissione di inchiesta seria potrà rispondere.

Lo stesso vale per i risparmiatori defraudati. È giusto che uno Stato che fallisce nel proteggere gli investitori, paghi per i suoi errori. Ma questo dovere non deve scadere in una regalia per i furbi. Perciò sarebbe altrettanto giusto pubblicare la lista degli investitori defraudati che beneficiano del rimborso e per quanto ne beneficiano. Anche per assicurarsi che tra costoro non ci sia qualche hedge fund che ne ha approfittato. Anche in questo caso si invocherà la privacy. Ma un investitore può sempre scegliere di non ricevere il rimborso e non vedere il suo nome pubblicato. Se riceve soldi pubblici, non c’è scusa: il suo nome deve essere reso pubblico.

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