La legge concorrenza potrebbe riemergere dal lungo letargo, che dura ormai da 20 mesi, con un emendamento a sorpresa: la norma “anti scorrerie” sulle scalate finanziarie. Il governo vuole infatti procedere con una nuova regolamentazione per garantire trasparenza sulle strategie di investimento che hanno come obiettivo aziende italiane. Al superamento di determinate soglie di partecipazione, il 5, il 10, il 15, il 20 e probabilmente il 25%, scatterebbe un obbligo di disclosure aggiuntivo rispetto a quanto già previsto per le società quotate dalla direttiva transparency. L’investitore dovrebbe comunicare ad esempio alla Consob gli obiettivi che si propone di raggiungere entro un preciso arco di tempo, se agisce di concerto con altri, se punta ad acquisire il controllo della società, se intende nominare uno o più membri all’interno degli organi di amministrazione o di controllo.
«Mai più un caso Vivendi» è il pensiero del governo secondo il quale quell’operazione è stata condotta in modo opaco. Si guarda ovviamente anche a possibili nuove mosse francesi su gruppi italiani strategici. Se i tempi del disegno di legge concorrenza, attualmente all’esame del Senato, dovessero allungarsi ancora non si può escludere che la norma venga agganciata a un altro provevdimento.