La prima pagella assegna all’Opec una promozione a pieni voti: l’accordo per ridurre la produzione di petrolio è in vigore soltanto da un mese, ma il gruppo ha già effettutato il 90% dei tagli promessi, togliendo dal mercato 1,04 milioni di barili al giorno di greggio su un obiettivo di 1,16 mbg. La stima è l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), una delle sei fonti indipendenti che la stessa Opec impiega per monitorare la disciplina dei suoi membri, ed è stata accolta con soddisfazione dal mercato: il Brent ha chiuso in rialzo dell’1,9% a 56,70 $/barile, nonostante l’ennesimo incremento del numero di trivelle negli Usa (+8 a 591)
Citando una celebre canzone – «The first cut is the deepest» – l’Aie si è congratulata con l’Organizzazione degli esportatori di petrolio: «Il primo taglio è certamente uno dei più profondi nella storia dei tagli di produzione dell’Opec». L’ultima volta, nel 2009, c’erano voluti circa due mesi per arrivare al picco della riduzione, con l’80% dell’obiettivo. E il risultato era stato comunque giudicato eccellente, visto che in precedenza non c’era mai stata un’aderenza superiore al 60-70%.
Non tutti sono altrettanto diligenti: se Arabia Saudita, Qatar e Angola hanno tagliato addirittura più del dovuto, altri sono ancora indietro. L’Iraq ad esempio ha effettuato solo la metà dei tagli prescritti, gli Emirati Arabi Uniti non arrivano neanche al 40% e il Venezuela – che chiedeva a gran voce un intervento dell’Opec – ha fatto appena il 18%.
Anche gli alleati non Opec devono ancora finire i compiti: in base alle cifre provvisorie dell’Aie, Bloomberg calcola che abbiano tagliato solo 269mila bg su 558mila bg promessi. Ma la Russia – che aveva sempre detto che sarebbe arrivata solo per gradi al totale di 300mila bg – sta progredendo bene e se rispetterà tutti gli impegni potrebbe spingere da sola la compliance dei non Opec all’80%, dall’attuale 48%.
Se i livelli produttivi di gennaio saranno mantenuti, afferma l’Aie, le scorte petrolifere globali si ridurranno di 600mila bg nel primo semestre, il periodo di intervento (prorogabile) previsto dall’Opec. Nell’ultimo trimestre 2016 c’era già stata una riduzione di 800mila bg nell’Ocse, la più forte da tre anni. E la domanda di greggio continua a mantenersi molto robusta: l’Aie ha di nuovo alzato le stime e ora vede un incremento di 1,6 mbg nel 2016 e di 1,4 mbg nel 2017.
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