LONDRA
Lloyds bank parlerà tedesco, ma con un accento diverso. Non quello di Francoforte, prevedibile destino di molti istituti di credito in libera uscita a causa della Brexit, ma, inaspettatamente, quello di Berlino. La capitale tedesca emerge come la candidata prescelta dalla banca del portoghese Antonio Horta Osorio secondo le notizie raccolte da Reuters, sussurrate nella City, ma non confermate dal maggior istituto retail (mutui inclusi) del Regno. Il rimescolamento che imporrà la Brexit alle banche con sede in Gran Bretagna vede emergere, sorprendentemente, la candidatura della capitale tedesca, un’opzione fino ad ora tenuta ai margini rispetto a Francoforte e Parigi, da sempre aspiranti reginette finanziarie dell’Unione in caso di calo delle attività finanziarie nella City.
Il risiko del riposizionamento del banking nel miglio quadrato innescato dall’apparente, inevitabile uscita di Londra da mercato interno dell’Unione europea colpisce prevalentemente le banche internazionali. Dai tempi del Big Bang thatcheriano hanno messo casa a Londra per gestire le operazioni nel Continente. Gli istituti britannici maggiori hanno già sussidiarie in Europa capaci di svolgere le operazioni nell'Unione una volta che lo strappo anglo-europeo si sarà del tutto completato, eccetto Lloyds.
La banca guidata da Antonio Horta Osorio è tornata privata dopo progressive cessioni di quote del capitale finito sotto il controllo della mano pubblica, con il Tesoro che, otto anni fa, arrivò a controllare il 42% del gruppo. È ora riemersa dalla crisi, evitando le più gravi conseguenze dello scandalo Libor che mise in ginocchio Barclays, solo per citare un altro istituto britannico coinvolto, ma non le conseguenze del raggiro sulle assicurazioni legate ai mutui ipotecari. Uno tsunami sul banking britannico e in particolare su Lloyds che ha dovuto accantonare 17 miliardi di sterline per chiudere il contenzioso e pagare le penali.
Lloyds punta su Berlino dopo aver scartato Amsterdam e Francoforte non solo per l'appeal che esercita la capitale se valutata nel suo complesso, ma anche perché è già presente con Bank of Scotland – incorporata nel gruppo all'epoca della fusione con Hbos. Se la voce sarà confermata, la filiale di Bank of Scotland dovrà essere trasformata in una sussidiaria compatibile con regolamentazione e diritto Ue.
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