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Bankitalia chiude il processo di vendita

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LO SCENARIO

Bankitalia chiude il processo di vendita

A meno di tre settimane dalla cessione di Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti a Ubi Banca, ieri la Banca d’Italia ha nei fatti chiuso il processo di vendita delle quattro banche poste in risoluzione nel novembre del 2015 con la chiusura del contratto per Nuova Carife che passa a Bper. Con una nota molto sintetica Via Nazionale ha dato comunicazione del closing aggiungendo che ora verrà immediatamente dato avvio alle procedure autorizzative con tutte le autorità coinvolte, anche europee, per perfezionare l’operazione «che si concluderà nei prossimi mesi».

Con la chiusura delle vendite delle quattro banche si è reso necessario per il Fondo nazionale di risoluzione sostenere ulteriori oneri, il cui valore residuo ammonta a 1,5 miliardi.

Per questo la Banca d’Italia ha già disposto il richiamo (entro la fine del 2016) di due quote contributive di pari ammontare, quote che le banche potranno versare entro i prossimi cinque anni in virtù di quanto stabilità nel decreto «salva-risparmio» recentemente convertito in legge. Queste risorse aggiuntive serviranno, in parte, anche per rimborsare gli anticipi effettuati al debutto di questo strumento dal pool di banche che intervenne con la garanzia di Cdp. E se in futuro si rendessero necessarie nuove risorse per la dotazione del Fondo nazionale di risoluzione, la Banca d’Italia le potrà richiedere senza nuove disposizioni normative.

Delle quattro banche salvate con lo strumento della risoluzione, Carife vanta la storia più lunga di interventi della Vigilanza che hanno fatto emergere i problemi di gestione e stabilità. Le prime ispezioni risalgono alla primavera del 2009 e fecero emergere, oltre a varie irregolarità, un specifico problema di insostenibilità del programma di espansione territoriale messo in campi dagli amministratori dell’epoca. L’ispezione decisiva della Vigilanza è però quella che si è svolta tra il settembre del 2012 e il febbraio del 2013 e che rilevò un patrimonio al di sotto dei minimi regolamentari: il commissariamento fu disposto il 27 maggio del 2013.

Pesanti le sanzioni agli amministratori. In una prima fase vennero applicate sanzioni per un totale di 340.000 euro nei confronti di 14 esponenti della banca. Per carenze accertate nel corso dell’ultima ispezione, nell’aprile 2014 scattò una multa per quindici amministratori per un ammontare complessivo pari a 1,1 milioni. Dopo l’ultima ispezione la Vigilanza aveva inviato ulteriori rapporti all’autorità giudiziaria dopo quelli inviati nel 2010.

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