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Norma «anti-scorrerie», la trasparenza scatta dopo il 5%

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Norma «anti-scorrerie», la trasparenza scatta dopo il 5%

  • –Carmine Fotina

Scatterà al 5% , e non più al 10% come previsto da una prima bozza, l’obbligo per chi acquista partecipazioni di società quotate di fornire informazioni alla Consob sulle intenzioni e sul piano d’azione. Dopo le valutazioni effettuate nelle settimane scorse, la conferma giunge da un incontro tra governo e relatori al Senato del disegno di legge concorrenza. La norma “anti-scorrerie” sulle scalate finanziarie, preparata dal ministero dello Sviluppo economico, sarà il principale emendamento del pacchetto governo-relatori che sarà portato al’Aula del Senato mercoledì 8 marzo. Il governo ha dunque scelto di rendere ancora più vincolante la norma, ispirandosi al modello americano, dopo alcune valutazioni di compatibilità con le regole sulla trasparenza finanziaria. Come noto, l’emendamento nasce come “risposta” al caso Vivendi-Mediaset, sebbene a questo non si possa applicare in quanto non ci sarà retroattività. L’intervento è stato in qualche modo ispirato alla scalata condotta da Bolloré, e criticata dal governo per i modi definiti «opachi», ma in futuro potrebbe applicarsi ad altre situazioni simili. Si pensi a un eventuale affondo francese in Telecom Italia (le ipotesi relative a Orange periodicamente tornano alla ribalta).

Va ricordato che gli obblighi di trasparenza si applicheranno alle acquisizioni di partecipazioni in società quotate operanti in settori di interesse strategico. Oggi i settori in questione sono difesa e sicurezza, energia, comunicazioni e trasporti. Ma un nuovo Dpcm (decreto della presidenza del consiglio) potrebbe ampliare l’elenco.

Tornando al Ddl concorrenza, i relatori Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap) hanno confermato che si interverrà sulla norma anti-Flixbus inserita nel decreto milleproroghe «correggendola e ripristinando la possibilità per le piattaforme online di svolgere la loro attività di trasporto». Quanto ai tassisti, affermano, «stiamo valutando se recepire nella delega al governo prevista dal Ddl alcune delle questioni poste dalla categoria».

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