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Enel nella Silicon Valley: pronto un hub dedicato all’innovazione energetica

Enel debutta nella Silicon Valley annunciando la costituzione di un innovation hub presso l’università di Berkley in California. La collaborazione tra la società italiana e l’istituzione californiana in realtà ha mosso i primi passi già dal 2014, quando sono avvenuti i primi contatti tra le due realtà che nel tempo hanno sviluppato una profonda collaborazione. E questo perché Berkely è l’università a livello globale maggiormente focalizzata sull’energia. L’iniziativa annunciata a San Francisco è il punto di arrivo, e di partenza al tempo stesso, di un progetto che punta a catalizzare e coinvolgere startup attive nella digitalizzazione, la mobilità elettrica e l’efficienza energetica. Sinora ne sono state già state selezionate una quindicina. Il nuovo hub è stato inaugurato in partnership con la University of California Center for Information and Technology Research in the Interest of Society (Citris) e con il Banatao Institute. Il centro si trova presso la Citris Foundry Accelerator nell’università di Berkeley.

Non è la prima iniziativa che Enel lancia nell’innovazione: innovation hub sono già stati lanciati in Sudamerica (Brasile e Cile), in Israele, in particolare la cyber sucurity, mentre un accordo per le startup è siglato siglato nei giorni scorsi da Enel Green Power nelle Hawaii. E prossime iniziative saranno presto la lanciate a Singapore e in Australia, dove Enel sta guardando anche a possibilità di sviluppo per le rinnovabili nel settore eolico.

«Il nostro è obiettivo è quello di sostenere le startup nello sviluppo dei progetti, ma anche mettere in contatto chi crea e innova nelle varie parti del globo in cui siamo presenti e stiamo lanciando hub – spiega Ernesto Ciorra, responsabile innovazione e sostenibilità di Enel -. Noi non finanziamo o acquistiamo queste società, a eccezione di alcuni casi. Le aiutiamo invece a sviluppare la tecnologia che può interessare al nostro gruppo, ad andare sul mercato e a condividere anche con altre aziende l'innovazione».

A questo proposito Enel si sta attivando per coinvolgere nei progetti avviati a Tel Aviv e a San Francisco altre importanti aziende italiane come Poste Italiane, Fiat, Trenitalia, A2A con le quali si sta lavorando alla firma di accordi ad hoc. «Con A2A abbiamo già organizzato un'iniziativa a Tel Aviv sulla cyber security», ha detto Ciorra.

La presentazione dell'iniziativa in questi giorni in California è stata anche l'occasione e per ampliare e rafforzare partnership che il gruppo ha avviato con i fondi di venture capital, che rappresentano un importante pillar della strategia di Enel nell’innovazione. Attraverso l’innovation hub vengono sostenute e selezionate le startup più interessanti, anche nell'elaborazione del loro piano industriale. Questo lavoro di scouting preventivo consente ai fondi di ridurre i costi della selezione delle iniziative da finanziare andando a colpo sicuro. Tra i nuovi fondi coinvolti in questa fase rientrano True North, Red Point, Andreessen Horowitzkk, tutti con sede nella Silicon Valley e Next World Capital di San Francisco.

L'iniziativa annunciata negli States costerà a Enel circa 200-300 mila dollari l'anno. L'hib di Enel individuerà le startup che collaboreranno con il gruppo per lo sviluppo di priogetti commerciali negli Usa e a livello internazionale. Uno degli obiettivi è di offrire ai clienti statunitensi soluzioni di gestione e stoccaggio dell'energia che mantengano la stabilità della rete e riducano eventuali interruzioni del servizio. Un ambito, questo, nel quale sta lavorando in particolare Enel Green Power, che un paio di mesi fa ha rilevato il controllo di una startup, Demand Energy, che ha sviluppato un sofisticato software per la gestione dell'interazione tra reti, sistemi di accumulo e utenti finali.

«La sfida per gruppi che operano in settori maturi come Enel è quella di cavalcare l'innovazione per trasformarsi – ha commentato Francesco Venturini, responsabile della divisione globale rinnovabili di Enel e del mercato nordamericano -. Per sopravvivere nell'arco dei prossimi 5-10 anni queste utlity dovranno diventare realtà che operano in molti comparti e forniscono servizi molto diversificati».

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