Torna la fame di liquidità a basso costo per le banche europee e le italiane non fanno eccezione. Nella quarta e ultima asta Tltro 2 la Bce ha assegnato complessivamente 233,47 miliardi a 474 istituti di credito. La cifra è decisamente superiore alle previsioni degli analisti, che avevano stimato un ammontare molto inferiore, pari a circa 100 miliardi. Più di un quarto della liquidità assegnata è andata alle principali banche italiane, che hanno incamerato 62,8 miliardi.
In molti casi gli istituti hanno partecipato all'operazione andando a esaurire interamente il plafond disponibile, con l'obiettivo di stabilizzare il funding a basso costo e di incamerare liquidità da destinare agli impieghi. A guidare la pattuglia degli istituti di casa nostra è stata UniCredit, che ha ottenuto 24,4 miliardi (di cui 15,5 destinati all'Italia), seguita da Intesa Sanpaolo (12 miliardi), gruppo Iccrea (9 miliardi), Bper (4,136 miliardi), Popolare di Sondrio (3,5 miliardi), Banco Bpm (3,1 miliardi), Ubi Banca (2,5 miliardi), Mediobanca (1,5 miliardi), Credito Valtellinese (un miliardo), Banca Ifis (700 milioni) , Credem (500 milioni) e Carige (500 milioni).
L'ultima asta del programma Tltro 2 è stata così sicuramente quella più significativa in termini di iniezione di nuova liquidità. In occasione della prima operazione Tltro 2, lo scorso giugno, l'immissione di liquidità aggiuntiva nel sistema (al netto dei rimborsi delle "vecchie" Tltro) si era fermata infatti a quota 32 miliardi, di cui circa la metà andati alle banche italiane. A settembre si era poi saliti a 45,3 miliardi (36 al netto dei rimborsi) e a dicembre a 62,2 miliardi netti: in entrambi i casi le richieste delle banche italiane si erano fermata a cifra singola, non superando i 10 miliardi.
L'asta Tltro 2 assegna liquidità a quattro anni a tasso zero, che scende addirittura a -0,4% se le banche centreranno il target previsto di crescita degli impieghi.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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