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Fincantieri, il braccio di ferro sui cantieri Stx France diventa test …

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CANTIERISTICA

Fincantieri, il braccio di ferro sui cantieri Stx France diventa test elettorale

La nave Majestic Princess di cui si è svolta il 30 marzo la cerimonia di consegna nel cantiere Fincantieri di Monfalcone (Ansa)
La nave Majestic Princess di cui si è svolta il 30 marzo la cerimonia di consegna nel cantiere Fincantieri di Monfalcone (Ansa)

Che quello tra il governo francese e Fincantieri sul dossier Stx sia un negoziato delicato e complesso, soprattutto per le sue implicazioni politiche, è sicuro. Così com’è vero che Parigi – certo non immune da eccessi protezionistici e nazionalisti, al di là delle belle parole sulla necessità di costruire dei “campioni europei” - ci ha abituato a decisioni difficili da comprendere (basti ricordare il caso surreale di Atlantia con l'ecotassa).

Da qui a una possibile nazionalizzazione, sia pure temporanea, dei cantieri di Saint-Nazaire, il passo pare però troppo lungo per essere credibile. Se infatti il governo – azionista di blocco al 33% - ha da sempre a disposizione quest'arma, pare davvero difficile che la usi. A maggior ragione un esecutivo in scadenza, e una maggioranza in uscita, a venti giorni dalle elezioni presidenziali. Peraltro sulla base di uno scenario industriale tutt'altro che rassicurante per i 7mila addetti di Saint-Nazaire.

L'ipotesi, fatta palesemente filtrare dall'Eliseo, sembra piuttosto finalizzata ad aumentare la pressione sul gruppo italiano affinché accolga le richieste – comprensibili, per quanto poco ortodosse – dei francesi. E d'altronde dalle parti del sottosegretario all'Industria Christophe Sirugue, che segue il dossier, fanno sapere che «le discussioni con Fincantieri proseguono e anzi ci auguriamo che procedano rapidamente». Anche perché dopo l'esperienza negativa con la coreana Stx, preferita qualche anno fa proprio a Fincantieri e finita ora nelle secche di una procedura fallimentare, Parigi non può permettersi di sbagliare ancora.

«Le trattative sono trattative e stanno andando avanti. Ognuno difende i propri interessi», ha ribadito l'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, raggiunto ieri telefonicamente dal Sole 24 Ore. Il ceo non ha voluto commentare, come suo costume, le indiscrezioni di stampa, ma ha rimarcato «la validità del progetto industriale e l'importanza ai fini del consolidamento europeo». Insomma, il confronto tra le due sponde è tutt'altro che interrotto e la quadra andrà trovata sulla governance futura di Saint-Nazaire.

Certo, i paletti esplicitati dal governo francese non sono passati inosservati nemmeno dalle parti di Cdp, azionista di maggioranza (per il tramite di Fintecna) del gruppo triestino che venerdì aveva così commentato il dossier rispondendo a una domanda del Sole 24 Ore nella conferenza stampa sui risultati 2016. «Spero si trovi una soluzione: è una partita complessa che ha il nostro totale supporto», ha detto il ceo Fabio Gallia. Più tranchant il presidente Claudio Costamagna. «Siamo sorpresi di vedere certi atteggiamenti, speriamo siano solo manovre prelettorali in Francia. È vergognosa è inaccettabile la posizione dei francesi soprattutto alla luce di tutto quello che hanno fatto in Italia».

Sull'acquisizione di Stx France, non si gioca dunque solo una partita industriale. Ma, al di là dei piani alternativi dal respiro corto, la posta in gioco travalica i confini nazionali. Perché in ballo c'è il futuro di un comparto che, davanti all'avanzata della concorrenza asiatica, non può che aggregarsi. Pena una nuova débâcle per l'industria europea.

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