Fuori da ogni rischio non si è ancora, ma la luce in fondo al tunnel è ben visibile. Ieri è stata una giornata decisiva per Popolare di Vicenza e Veneto Banca: sembrano confermate le voci secondo cui la Banca centrale europea ha decretato la solvibilità delle due banche venete. Il che significa che, tecnicamente – visto che si tratta di calcoli matematici basati sugli stress test effettuati – le due banche hanno i requisiti patrimoniali per sostenere i loro bilanci, poter andare avanti nel piano industriale e poter accedere alla ricapitalizzazione precauzionale. La Bce ha anche calcolato il fabbisogno di capitale che le due banche dovranno raccogliere: si tratterebbe di 6,4 miliardi di euro, cifra superiore ai 5 miliardi di cui si vociferava. Il dato sul fabbisogno sarebbe stato già comunicato al Tesoro e alla Banca d'Italia.
La decisione della Bce apre la strada al passo successivo, cioè al via libera che l'Antitrust europeo dovrà concedere sull'utilizzo degli aiuti di Stato, che vista l'entità dell'ammanco entrerà a questo punto in maggioranza. Se ci sarà questo via libera (e l'incontro di ieri a Bruxelles tra tutti gli attori della vicenda fa ben sperare che arrivi in tempi brevi), le banche dovranno comunque mettere a punto con la Dg Comp europea un piano industriale che consenta il ritorno alla redditività e l'uscita dello Stato nel medio termine. E con molta probabilità le condizioni dettate dall'autorità europea saranno molto rigide e richiederanno forti tagli ai costi ed esuberi superiori al previsto.
Ieri, intanto, a circa una settimana di distanza dalla Popolare di Vicenza, anche Veneto Banca ha licenziato il suo bilancio, registrando un rosso di 1,5 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al 2015 (a Vicenza le perdite sono di 1,9 miliardi). Anche a Montebelluna, come a Vicenza, c'è stata una fuga dei depositi, soprattutto negli ultimi mesi. Così come la BpVi, che ha chiesto nuovi bond garantiti dallo Stato per 2,2 miliardi, anche Veneto Banca ha fatto richiesta, dopo i 3,5 miliardi emessi a febbraio, di nuove obbligazioni con garanzia statale per 1,4 miliardi.
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