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Patuelli: «Le regole del bail in non sono le tavole di Mosè»

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Patuelli: «Le regole del bail in non sono le tavole di Mosè»

Le regole sul bail in, così come tutte le norme relative all'unione bancaria europea, «non sono tavole di Mosè, scolpite nella pietra» e, anzi, hanno tutte «la caratteristica di essere sperimentali». Per questo, dopo due anni e mezzo di esperienza, «anche traumatica», «una verifica era indispensabile». Il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, conferma così, a margine della riunione mensile del comitato esecutivo dell'associazione, la messa a punto di una proposta di revisione dei meccanismi di applicazione del bail in campo bancario.

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il settore italiano, rappresentato da Abi e Federcasse, ha studiato una serie di correttivi da sottoporre all'esame delle autorità comunitarie che punterebbero in primo luogo a includere «la facoltà di conteggiare le emissioni obbligazionarie senior, emesse almeno fino al 2016, nel computo delle passività che possono essere coinvolte in una eventuale procedura di risoluzione». Prevista inoltre «la possibilità di rivedere i criteri di contribuzione dei fondi interbancari di garanzia dei depositanti al finanziamento delle procedure di risoluzione per aumentare la protezione sui depositi oltre i 100mila euro.

Patuelli, da parte sua, ha notato che, come previsto dalle regole comunitarie, «si cominciano a mandare proposte tecniche», sottolineando inoltre che «i tempi di risposta sono anch'essi previsti dalle norme europee». La pratica non è quindi rinviabile «sine die», ha concluso.

A intervenire sul tema, a margine dell'esecutivo Abi, è stato anche il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. «Il bail in sappiamo che si basa su un presupposto condivisibile e cioè che i contribuenti non devono pagare per i fallimenti di qualche banca mal condotta», ha dichiarato Gros-Pietro, notando d'altra parte che «il modo in cui è stato attuato, con applicazione retroattiva a investimenti anche operati da piccoli risparmiatori, è dannoso e quindi una revisione è opportuna».

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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