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Il percorso stretto dei commissari e il «peso» del leasing

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Il percorso stretto dei commissari e il «peso» del leasing

Una flotta che per due terzi è composta da aerei in leasing, con aerei di proprietà che nel complesso valgono circa la metà di un solo A350 e slot di valore economico pari a “zero”. Ancora non sono stati nominati dal governo, ma per i commissari il percorso si preannuncia stretto.

Il governo vuole evitare la liquidazione della compagnia, dunque, con il commissariamento si punterà anzitutto a cedere i principali asset, con una vendita parziale (il cosiddetto “spezzatino”) o totale delle attività. Una volta “ripulita”, Alitalia potrebbe fare gola ad altre aziende che potrebbero avere interesse a rilevarla, ma in ultima analisi resta l’opzione della liquidazione. In questo scenario la voce più rilevante nell’ultimo bilancio disponibile di Alitalia, al 31 dicembre 2015, è quella relativa alla flotta di proprietà che ha un valore complessivo di 173,493 milioni, un importo pari alla metà del costo sul mercato di un aeromobile di lungo raggio, come ad esempio un A350. Nel bilancio 2015 la voce flotta ha un valore complessivo di 444,774 milioni di euro, ma comprende gli aeromobili in locazione finanziaria (142,948 milioni di euro) e le attività manutentive sulla flotta di terzi (128,333 milioni). La flotta di 122 aerei comprendeva al 31 dicembre 2015, 24 velivoli a lungo raggio, 78 medio/breve raggio e 20 regional, con un’età media di 8,8 anni. Nel frattempo nel 2016 è stato acquistato un Boeing 7777-200 ed un Boeing 777-300Er, considerato l’ammiraglia della flotta, dovrebbe debuttare ad agosto sui collegamenti intercontinentali.

Altra voce importante nel bilancio è quella del marchio e delle licenze, che valgono 145,400 milioni, anche se in caso di fallimento il valore del brand si potrebbe svalutare. Nell’esercizio 2015 i marchi Air Europe e Volare Web acquisiti da Cai per 2,906 milioni sono stati interamente svalutati. «Il valore limitato degli asset principali - spiega Andrea Giuricin che insegna Economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano - è legato al pessimo andamento dei conti. Dalla privatizzazione Alitalia ha bruciato 2,8 miliardi, al netto del 2016, e ciò ha avuto ripercussioni negative sul valore delle principali attività. Basti pensare che il valore dell’intera flotta di proprietà equivale quasi al valore del brand».

Un altro asset sono le partecipazioni in imprese controllate e collegate (46,714 milioni), in Challey Limited di Dublino, Alitalia City liner a Fiumicino e Alitalia Loyalty (25%). Quest’ultima gestisce il programma Millemiglia con oltre 5 milioni di soci ed è stata ceduta per il 75% alla Global loyalty company (Etihad), la quota in possesso di Alitalia vale poco meno di 30 milioni. Ci sono poi diritti di brevetto industriale e di utilizzazione delle opere di ingegno che valgono 30,352 milioni, terreni e fabbricati (14 milioni), impianti ed altri beni (26 milioni). Quanto agli slot, sono iscritti a bilancio per “valore zero”, c’è stata una variazione di 21 milioni poiché lo slot di Londra Heathrow è stato riclassificato alla voce “attività classificate detenute per la vendita”, mentre era iscritto tra le attività immateriali all’atto di conferimento in Alitaia Sai. «I diritti degli slot aeroportuali - aggiunge Giuricin - sono definiti anche grandfather rights, perché hanno un valore economico nullo, ma se una compagnia non li utilizza almeno l’85% del tempo della precedente stagione, entrano nella disponibilità di altri vettori. Perciò è importante che la vendita degli asset avvenga dando continuità all’operativo, consentendo ad Alitalia di tenersi gli slot».

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