BRUXELLES
Dopo una lunga valutazione alla luce delle regole sugli aiuti di Stato, la Commissione europea ha annunciato ieri qui a Bruxelles il suo atteso benestare alla vendita di tre istituti regionali italiani all’Unione di banche italiane (nota come Ubi Banca). L’operazione giunge dopo che nel corso dei mesi scorsi il Fondo di risoluzione italiano ha versato nel capitale delle tre banche fino a 810 milioni di euro con l'obiettivo di risanare i bilanci oberati da crediti inesigibili.
Le tre banche - Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova Carichieti – sono il risultato di una doppia operazione. Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti sono state messe in liquidazione nel novembre 2015. Dal fallimento sono stati salvati gli attivi, poi venduti a UBI Banca. «La Commissione ha concluso – si legge in un comunicato – che il processo di vendita delle tre banche-ponte (…) è stato aperto e concorrenziale».
L'esecutivo comunitario ha considerato che l’aiuto pubblico – garanzie statali e denaro del fondo di risoluzione - è stato in linea con le regole comunitarie. La vicenda è stata oggetto di una diatriba con l'allora governo Renzi che voleva evitare il fallimento delle banche e chiedeva ai tempi la possibilità di salvarle tout court con il denaro del contribuente. Il braccio di ferro si è concluso con l'affermazione della Commissione, che ha imposto una soluzione secondo le regole comunitarie.
Rimane da risolvere il futuro della Cassa di Risparmio di Ferrara, la quarta delle quattro banche del Centro Italia entrate in crisi a metà di questo decennio. La Commissione sta ancora valutando l’operazione di salvataggio e di vendita alla Banca popolare dell'Emilia-Romagna, ha spiegato ieri qui a Bruxelles un esponente comunitario. Agli occhi di molti osservatori, la vicenda delle banche regionali ha il merito di imporre un processo di consolidamento al settore bancario nazionale.
L’annuncio di ieri giunge mentre l’esecutivo comunitario sta continuando a negoziare con il governo italiano una soluzione per il Monte dei Paschi di Siena . Roma ha chiesto a favore della banca senese una ricapitalizzazione precauzionale. Le regole europee prevedono che in questo caso ci sia un piano di ristrutturazione che rimetta in sesto la banca. In corso da mesi, il negoziato è politicamente delicato perché comporta una riduzione dei posti di lavoro.
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