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Il forte calo delle scorte Usa rilancia il petrolio

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brent sopra 50 dollari

Il forte calo delle scorte Usa rilancia il petrolio

(Bloomberg)
(Bloomberg)

Il segnale forte che il mercato del petrolio stava aspettando per ricominciare a correre è arrivato: le scorte di greggio negli Stati Uniti sono calate con un’intensità che non si vedeva da dicembre (-5,2 milioni di barili nella settimana al 5 maggio).

Nello stesso tempo si sono ridotte anche quelle di prodotti raffinati, di 150mila barili nel caso delle benzine e di ben 1,6 milioni nel caso dei distillati.

Le scorte petrolifere Usa superano ancora di 100 milioni di barili la media stagionale degli ultimi 5 anni. Ma le statistiche Eia sono bastate a rilanciare le quotazioni del greggio, con rialzi che hanno sfiorato il 4% e il Brent di nuovo sopra 50 dollari al barile a fine seduta.

La fiammata è legata probabilmente a ricoperture, dopo che gli hedge fund avevano aumentato sensibilmente l’esposizione “corta” (ossia alla vendita) nelle ultime due settimane.

Il problema shale oil non è scomparso, anzi la produzione Usa è cresciuta ancora (sia pure di poco) attestandosi a 9,31 milioni di barili al giorno. E la Libia, esentata dai tagli di produzione Opec, ha già superato 800mila bg.

Ma qualcosa sta cambiando. Non solo sul fronte delle scorte.

Fonti Reuters segnalano in particolare che per la prima volta da gennaio l’Arabia Saudita ha iniziato a ridurre i volumi delle forniture anche ai clienti asiatici (e non solo a quelli europei e statunitensi).

La proroga dei tagli di produzione ha inoltre guadagnato l’appoggio anche dell’Algeria e dell’Iraq.

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