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Perché il BTp è ancora attraente

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Investimenti

Perché il BTp è ancora attraente

(Agf)
(Agf)

In giro per il mondo nella grande famiglia del reddito fisso i governativi italiani rappresentano ancora una buona opportunità di investimento. Se si va alla ricerca di titoli che offrono un rischio controllato, ma anche un po’ di rendimento, i sovrani italiani sono la risposta. Quella dei BTp e simili rappresenta, nel contesto non solo europeo, una storia molto interessante e potente nel lungo periodo. Molti simile a quanto accaduto con la Spagna.

A pensarla così è Simon Foster, responsabile dei product specialisti fixed income di UBS Am. «In generale, dobbiamo costruire una narrativa positiva intorno ai bond europei soprattutto perché si iniziano a vedere segnali di crescita economica, e c’è un sostegno politico e un’ondata di solidarietà che sono driver importanti al rendimento dei rendimenti di mercati come quello italiano», ha spiegato il money manager al Sole 24 Ore
Insomma, l’Italia è un buon posto dove investire in bond? Anche in presenza di un certo rischio politico che sembra persistere, almeno fino alle prossime elezioni?
Senza dubbio, a ridosso delle elezioni ci aspettiamo un periodo di incertezza determinato dall’onda populista che monta. Ma guardando però alla Francia, dove è successo quello ci aspettavano accadesse possiamo ipotizzare un fronte con la Germania più solido. Questo porta con sé un futuro di crescita economia che va solidificandosi e migliorando. Credo che un breakup dell’euro determinato da un’uscita dell’Italia sia altamente improbabile. Ma di certo c’è un rischio intorno alle elezioni da gestire in maniera tattica.
Nel reddito fisso, finora sono state le banche centrali a determinare gli eventi: è ancora così?
Le banche centrali sono il principale driver dei mercati fixed income e continueranno a esserlo a lungo. Le principali banche centrali non hanno realmente iniziano a rientrare dalle politiche di emergenza in atto. La Fed ha fatto un primo rialzo, ma abbiamo la banca del Giappone che continua a espandere, la Bcc che compra bond, con i balance sheet che restano ampi. C’è una strada molto lunga per arrivare a una normalizzazione. Le politiche di emergenza sono importantissime per gli investitori obbligazionari e continueranno a influenzare i mercati. In questo momento vediamo l’effetto sui rendimenti su tutto lo spettro del bond e più si va avanti bella strada del tasso zero o sotto zero più diventa prioritaria la ricerca del rendimento tra gli investitori.
Ecco, in un ambiente tassi zero fare alpha con i bond è diventato complesso. Come si fa?
Ci sono tre modi, normalmente, per ottenere rendimento investendo nel mercato del fixed income. Lo si può fare attraverso il rischio duration, investendo su bond a lunga scadenza. Lo si può fare attraverso il credit risk, giocando sullo spettro dei rating tra debito sovrano e corporate. E si può puntare sulla cessione di liquidità.
In questo momento la strategia più redditizia è prendere rischio di credito: puntando sul miglioramento dei fondamentali economici e sul basso rischio politico. Crediamo in generale che sia fondamentale la diversificazione del rischio. In questo momento le classi di attivo che preferiamo sono gli high yield nei mercati sviluppati. E in generale vediamo miglioramenti importanti nei mercati emergenti che si riflettono sui corporate. Diversificando su queste categorie riusciamo a ottenere alpha.
Quali sono i vostri settori preferiti nei corporate?
Il settore finanziario è molto attrattivo. In particolare le banche, grazie ai cambiamenti regolatori che impongono loro maggiore efficienza patrimoniale. Questo vale sia in mercati sviluppati che emergenti. Ma soprattutto nel mondo sviluppato: nei mercati emergenti l’investimento è più specifico per Paese e andiamo alla ricerca di storie di recupero. In Paesi come Brasile e Russia per esempio vediamo grandi opportunità dovute in parte all’uscita da un periodo recessivo e in parte dalle riforme introdotte dai governi.

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