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Accordo Ue-Italia sul piano Mps. Coinvolti azionisti e obbligazionisti…

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ACCORDO DI PRINCIPIO

Accordo Ue-Italia sul piano Mps. Coinvolti azionisti e obbligazionisti junior. Sì a rimborso in caso di misselling

Margrethe Vestager (Ap)
Margrethe Vestager (Ap)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES - Dopo mesi di trattative, la Commissione europea ha annunciato oggi di aver trovato un accordo di principio con il governo italiano sulla ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena, una banca in profonda crisi che lo Stato italiano ha deciso di ricapitalizzare. L'intesa di principio è condizionata alla conferma da parte della Banca centrale europea che la banca è solvente. Investitori privati devono poi confermare che intendono acquistare il portafoglio di crediti inesigibili.

Serve ok Bce
«La soluzione è un passo positivo per MPS e per il settore bancario italiano – ha detto in una dichiarazione la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager –. Permetterà all'Italia di ricapitalizzare in modo precauzionale la banca, in linea con le regole europee, limitando al tempo stesso l'onere per i contribuenti italiani. MPS sarà oggetto di una profonda ristrutturazione per garantire la sua solidità, con una pulizia del bilancio segnato da sofferenze creditizie». Come detto, l'accordo è una intesa di principio in attesa delle conferme dell'istituto monetario e degli investitori privati. «La Commissione europea – si legge nel comunicato – si impegnerà ora con le autorità italiane per finalizzare il piano di ristrutturazione della banca. Spetta all'Italia presentare ufficialmente il piano di ristrutturazione definitivo, così come gli impegni formali sull'adozione del piano stesso. Solo successivamente, Bruxelles potrà dare il suo via libera definitivo».

Ancora qualche settimana
Ciò significa che l'accordo di principio non permette ancora al governo italiano di ricapitalizzare la banca. Questo sarà possibile solo con il pieno via libera. Qui a Bruxelles si spiega che saranno necessarie ancora qualche settimana. Non è insolito che nei casi bancari la Commissione europea dia un accordo preliminare, che viene dopo seguito dal benestare definitivo. La partita relativa ad MPS non può quindi dirsi definitivamente chiusa. Mancano alcuni passaggi, di non poco conto.

Salvi depositanti e obbligazionisti senior
Le regole comunitarie consentono a un governo di aiutare finanziariamente una banca in crisi. Tuttavia, a certe condizioni. Prima di tutto, la banca deve essere ristrutturata; in secondo luogo è necessario che le autorità di vigilanza assicurino la solvibilità dell'istituto di credito, facendo anche una stima delle perdite registrate e delle perdite attese. L'accordo prevede una serie di misure, che la stessa Commissione europea ha elencato nel suo comunicato.
Azionisti e obbligazionisti non privilegiati saranno chiamati a partecipare alla ristrutturazione, subendo perdite. I depositanti, invece, saranno risparmiati, in linea con le regole europee. Gli obbligazionisti non privilegiati a cui sono stati venduti dei titoli con un raggiro (misselling in inglese, ndr) potranno essere rimborsati. L'accordo tra Roma e Bruxelles prevede che i titoli vengano trasformati in azioni. Queste verranno poi riacquistate da MPS, versando al risparmiatore obbligazioni privilegiate.

Tetto sui salari dei dirigenti
Tra le condizioni poste dalla Commissione europea e dalle regole comunitarie, vi è anche un tetto da applicare ai salari dei dirigenti della banca. Questi non potranno avere un ammontare superiore a dieci volte la media dello stipendio dei dipendenti di MPS. L'attuale amministratore delegato, Marco Morelli, fu assunto nel settembre scorso con uno stipendio lordo annuo di 1,865 milioni di euro, a cui bisogna aggiungere una parte variabile decisa anno per anno.

Dombrovskis: limitati costi per contribuenti
In una dichiarazione, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis si è detto felice dell'intesa: «Sono contento che insieme alle autorità italiane e con la stretta collaborazione del Consiglio europeo di Vigilanza bancaria abbiamo potuto trovare un accordo su MPS rispettando le regole dell'unione bancaria per salvaguardare la stabilità finanziaria e limitare il costo per i contribuenti». Le trattative sono durate sei mesi poiché la richiesta di ricapitalizzazione era giunta in dicembre.

La vicenda MPS si è intrecciata in queste settimane con un altro caso bancario, quello legato alla Banca popolare di Vicenza e alla Veneto Banca.
Assia più piccole del Monte dei Paschi di Siena, queste due istituzioni sono anch'esse oggetto di una richiesta di ricapitalizzazione precauzionale da parte del governo italiano. Tuttavia, proprio per il loro peso specifico e per lo stato del loro bilancio, qui a Bruxelles emerge l'impressione che salvare queste due banche locali abbia meno senso.




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