Entro la mezzanotte di oggi si insedieranno i commissari di Popolare Vicenza e Veneto Banca chiamati a guidare la liquidazione ordinata dei due istituti e che prevede la piena continuità aziendale nella nuova cornice normativa definita con il decreto che verrà varato oggi dal Consiglio dei ministri. Una corsa contro il tempo per permettere, lunedì mattina, che gli sportelli riapriranno sotto la guida di Banca Intesa, data la prevista immediata cessione degli attivi e dei passivi di buona qualità dei due istituti senza alcun passaggio per una banca-ponte. Mentre le sofferenze e gli altri crediti ad alto rischio, peraltro già svalutati, resteranno in capo alle banche in liquidazione.
L'unico nome certo che è trapelato sulle due terne di commissari è quello Fabrizio Viola. L'ex ad di Mps fino al settembre scorso e successivamente amministratore delegato di Popolare Vicenza, da dicembre, smette dunque i panni del top manager per indossare quelli del pubblico ufficiale in questa procedura che vedrà in campo lo Stato con una parte dei 20 miliardi stanziati a suo tempo per le ricapitalizzazioni precauzionali e le garanzie sulle emissioni di liquidità.
Le due terne di liquidatori sono nominati dalla Banca d’Italia secondo la procedura scadenzata nel Testo unico bancario (gli articoli sono quelli da 80 a 95), e saranno affiancati dai comitati di sorveglianza, composti a loro volta da tre o cinque membri sempre nominati dalla Banca d'Italia. Gli atti amministrativi, visti i tempi strettissimi, coincideranno con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sia del nuovo decreto legge sia del decreto del ministro dell'Economia che dispone la liquidazione coatta amministrativa. Si tratta, d'altra parte, della procedura nazionale speciale, prevista in sostituzione al fallimento, riconosciuta due giorni fa dal Single Resolution Board, il Comitato responsabile per la gestione delle crisi delle banche significative dell’eurozona. Il tutto, come detto, deve chiudersi entro la mezzanotte.
Si diceva degli attivi che restano in capo ai liquidatori. È importante ricordare che si tratta di asset già svalutati, prima con l’ingresso del fondo Atlante e poi con l’iniziale gestione avviata dallo stesso fondo. Senza l’assillo di dover cedere in blocco sul mercato queste partite si apre dunque la strada per una gestione più accorta, con la possibilità di recuperare profitti. Insomma un esito molto diverso dalle cessioni a prezzi stracciati che si sono viste ai tempi della risoluzione della quattro banche regionali.
Per la Banca d’Italia si chiude così l’ultimo fronte importante di crisi, sia pure con una soluzione diversa dalla ricapitalizzazione pubblica precauzionale di cui ancora si parlava appena tre settimane fa, quando il Governatore Ignazio Visco, leggeva le sue Considerazioni finali. Se non ci saranno nuovi intoppi siamo giunti all’agognato giro di boa, con l’avvicinamento alla ricapitalizzazione di Mps, a quasi un anno dagli stress test, e la cessione delle Casse di Cesena, Rimini e San Miniato a Crédit-Agricole Italia- Cariparma.
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