Stamattina un cda straordinario di Intesa Sanpaolo ha dato mandato al ceo Carlo Messina per chiudere l’acquisizione delle due ex popolari venete. Un’operazione per la quale il gruppo, si è appurato nel pomeriggio al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto al riguardo, riceverà dallo Stato 5,185 miliardi: 4,785 miliardi serviranno a mantenere i ratio patrimonali di Intesa Sanpaolo (12,8% di Cet1) e 400 milioni per garanzie.
Da domani, tutta la rete di Popolare Vicenza e Veneto Banca (clienti, depositi, conti titoli,...) verrà formalmente trasferita a Intesa Sanpaolo, assicurando così piena continuità a tutti i rapporti in essere. Sempre da domani, partirà una due diligence da parte di Intesa Sanpaolo sui crediti delle due banche incorporate, con l’obiettivo di retrocedere - così come richiesto da Intesa - alle banche in via di liquidazione sia i crediti che non risultino in bonis sa quelli in boinis ma “ad alto rischio”: a copertura di queste voci il Governo ha previsto un esborso massimo rispettivamente pari a 6,3 miliardi e 4 miliardi.
«Il nostro intervento consentirà di mettere in sicurezza oltre 50 miliardi di risparmi affidati alle due banche e di tutelare 2 milioni di clienti, di cui 200.000
aziende operanti in aree tra le più dinamiche del Paese», commenta il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, dopo il varo del dl sul passaggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca al gruppo di Ca'de Sass. «Oltre a ciò -dice Messina- l'integrazione delle due banche e del relativo personale sarà gestita senza licenziamenti ma solo attraverso uscite volontarie». Come noto Intesa Sanpaolo aveva posto tra le proprie condizioni un aiuto a gestire l’integrazione: secondo quando si apprende, tra i 5,185 miliardi sborsati dallo Stato ci sarebbe anche un miliardo per il rifinanziamento del Fondo esuberi di gruppo, in modo da garantire l’uscita anticipata di circa 4mila addetti, tra personale provenienti dalle due venete e di Intesa Sanpaolo.
Il nuovo credito
Messina annuncia anche che Intesa stanzierà un plafond di 5 miliardi per erogare nuovo credito nel territorio delle due banche venete, e calcola in 60 milioni l’ammontare complessivo a carico di Intesa come contributo al
ristoro dei bond subordinati. «Oggi - commenta il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo - abbiamo deliberato l'acquisizione di parte delle attività di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, due istituti ormai in condizione di dissesto conclamato e per i quali erano andati falliti precedenti tentativi di salvataggio il cui costo per la nostra banca, unito a quello sopportato per la crisi delle quattro banche locali dell'autunno 2015, è stato pari a oltre 1,5 miliardi euro».
Gli asset in via di trasferimento
In attesa di conoscere i dettagli dell’operazione in una comunicazione che dovrebbe arrivare dalla banca, secondo fonti vicine alla trattativa sarebbero confermati i dettagli anticipati in questi giorni: pertanto, dalle due ex popolari venete dovrebbero transitare a Intesa i crediti in bonis (tranne quelli ad alto rischio), le attività finanziarie della clientela, raccolta diretta e indiretta, i debiti verso la clientela, le controllate nel Sud Italia (Banca Apulia e Banca Nuova), le controllate in Romania.
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