Il futuro delle attività retail di Eni nel mercato del gas e dell’energia elettrica, destinate a confluire in una consociata, l’aveva delineato, a febbraio, l’ad Claudio Descalzi. E oggi nasce la nuova società, Eni Gas e Luce, alla quale è stato conferito in queste ore il ramo d’azienda con i suoi 9 milioni di clienti (quasi 8 in Italia)e 1400 dipendenti: a guidarla sarà Alberto Chiarini, un lungo trascorso nel gruppo, dove, dal 2016, è chief retail market gas & power officer. Il nuovo ceo non commenta il destino della neonata società («è l’azionista che decide e comunica», dice). Ma, in questi mesi, Eni ha fatto capire che non è allo studio alcuna cessione e che la societarizzazione «non è collegata alla vendita» ma alla piena valorizzazione. «Siamo partiti dalla constatazione - spiega al Sole 24 Ore - che tale segmento ha caratteristiche molto diverse dal dna della controllante. Eni è un gruppo capital intensive nel suo core business, i nostri asset, invece, sono le persone e i clienti. Inoltre, le sue dinamiche sono a lungo termine, mentre la nostra società deve avere una reattività che si misura con gli stimoli del mercato, con processi decisionali e azioni che seguono dinamiche differenti. Con questo step, abbiamo quindi focalizzato tutte le risorse di Eni Gas e Luce sul business in modo da avere maggiore autonomia operativa ed efficacia».
D’altro canto, le sfide non mancano per il nuovo “braccio” che rappresenta il principale operatore nel gas (con il 30%) e il secondo nell’elettricità. «Abbiamo utilizzato gli ultimi anni, con il lavoro dei miei predecessori - chiarisce Chiarini -, per mettere a posto la macchina che ora funziona e può contare su un’ottima soddisfazione del cliente. Ora siamo pronti a passare all’attacco con lo sviluppo, da un lato, di nuovi servizi, e, dall’altro, di partnership». Alcune sono già attive come la copertura assicurativa per gli impianti energetici con Axa e l’acquisto di Led a risparmio energetico con Philips. «Altre due - prosegue - le stiamo finalizzando: la prima con Whirlpool Italia per gli elettrodomestici bianchi ad alta efficienza energetica e la seconda per la vendita, l’installazione e la manutenzione delle caldaie a ridotto impatto ambientale, ma non posso ancora svelare il nome, si tratta comunque di un leader di mercato». La logica? Eni Gas e Luce punta a proporsi non solo come un mero venditore di commodity, ma come fornitore di tutti i servizi collegati all’energia con un obiettivo più ambizioso. «Vogliamo aiutare gli italiani - spiega - a usare meglio l’energia e a usarla meno. Sembrerebbe un comportamento contraddittorio, ma siamo convinti che sarà l’approdo futuro e vogliamo accompagnare il cliente in quella direzione».
La rotta, dunque, è tracciata. Come le mosse per provare a intercettare i 18,5 milioni di clienti domestici che non hanno ancora abbandonato il regime di maggior tutela nell’elettricità. «Dovremo proporci anche qui come fornitore di servizi ad ampio raggio perché quel tipo di utente è tendenzialmente restio a lasciare questa “confort zone”: in parte non si fida del mercato libero, in parte è pigro o appartiene magari a fasce d’età poco digitalizzate e non orientate al cambiamento. Noi, però, partiamo sicuramente con dei vantaggi rispetto ad altri: il brand molto forte, il fatto che Eni è vista come un’azienda affidabile, un livello eccellente di attenzione al cliente, e, da ultimo, la capacità di offire servizi ad ampia gamma». Tutti tasselli che hanno consentito a Eni di intercettare nuovi clienti anche nella tutela simile che l’Authority ha creato per accompagnare il passaggio al mercato libero. «L’idea era molto buona - ammette Chiarini - ma il riscontro (solo 3700 circa utenti, ndr) è stato basso. Eppure, nonostante ciò, Eni è stata la società più scelta con circa 1200 adesioni, un 30% circa rispetto al totale, segno che il marchio ha fatto presa». Ora però l’obiettivo è consolidarsi. «Nell’elettricità abbiamo una quota del 16% del mercato libero: perciò, se anche riuscissimo a mantenere questo livello, ammesso che tutti abbandonino la maggior tutela, avremmo raggiunto un risultato molto importante. Io, però, sono anche più ambizioso e ritengo si possa puntare al 20%».
Fin qui i piani per l’Italia, ma la società guarda anche alla Francia dove conta quasi un milione di clienti e punta a 2 milioni nel quadriennio. «Il percorso francese - precisa Chiarini - è molto simile a quello italiano, come pure il mercato». Dove l’87% degli utenti è ancora legato alle tariffe elettriche regolamentate. «Stiamo facendo i primi contratti, ma l’andamento è abbastanza promettente e ci piacerebbe ripercorrere nel power la bella storia vissuta nel gas francese dove oggi siamo il primo operatore indipendente». Avanti in Francia, dunque, mentre in Belgio Eni ha ceduto il retail gas e power a Eneco. «Il mercato belga è molto maturo - chiosa Chiarini -. L’unico modo per crescere e migliorare la marginalità era quello di consolidare o essere consolidati. Alla fine, abbiamo avuto l’intuizione di vedere se ci fossero soggetti interessati ai nostri asset come pensavamo ed effettivamente abbiamo avuto delle valutazioni soddisfacenti».
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