Finanza & Mercati

Bolivia, un tesoro nazionalizzato

  • Abbonati
  • Accedi
Sudamerica

Bolivia, un tesoro nazionalizzato

Una veduta aerea delle piscine e delle zone di lavorazione della miniera di litio di Soquimich sul sale di Atacama nel deserto di Atacama del nord del Cile. (archivio Reuters)
Una veduta aerea delle piscine e delle zone di lavorazione della miniera di litio di Soquimich sul sale di Atacama nel deserto di Atacama del nord del Cile. (archivio Reuters)

Si è intensificata ora ma è iniziata dieci anni fa la corsa al litio. In America Latina i riflettori sono puntati su Bolivia, Cile e Argentina, i tre Paesi che ne posseggono i maggiori giacimenti.

Ed è proprio nel subcontinente che le società minerarie hanno scompaginato le priorità di estrazione: l'interesse è principalmente dovuto ai programmi delle case automobilistiche che adotteranno batterie, appunto, al litio. Più ecologiche e di lunga durata.

Bolivia, Cile e Argentina hanno adottato scelte diverse. La Bolivia è il Paese al mondo con le maggiori risorse di “oro bianco”: questa eternità si estende attraverso i 10mila chilometri quadrati del Salar de Ujuni, ai piedi del vulcano Tunapa. Più di 9milioni di tonnellate, che però non vengono sfruttate. L'idea è quella di ospitare impianti e lavorazioni che conferiscano maggiore valore aggiunto. In altre parole, costruire attorno al litio un'economia mineraria, ma soprattutto un'industria di settore.

Il presidente Evo Morales, in un annuncio che risale al 2010, dichiarò di non voler accettare “invasioni” di multinazionali, scegliendo di produrlo in proprio. “ Il nostro litio sarà gestito e prodotto integralmente dalla Bolivia”, che metterà sul tavolo 698 milioni di euro, finanziati dalla Banca centrale. Una nazionalizzazione che gli consentì di incassare una vittoria plebiscitaria nelle elezioni presidenziali. Per il paese latinoamericano, senza sbocchi sul mare e con una grande povertà diffusa, si tratta di una risorsa energetica assolutamente strategica, capace di condizionare la elezione o rielezione di un presidente.

Una strategia ben diversa da quella di Cile e Argentina che nei campi di “Atacama” e “Hombre muerto” hanno firmato concessioni con società minerarie straniere. In Argentina una delle ultime occasioni fu la messa all'asta di una piccola miniera nel nord del Paese, proprio al confine con la Bolivia: ebbene, a un prezzo di 15milioni di dollari, venne venduta in poche ore.

La società Toyota Tsusho proprietaria del 21% di Toyota, è stata tra i primi ai blocchi di partenza, 15 anni fa, annunciando, in joint venture con l'australiana Orocobre, di aver già stanziato 4,5 milioni di dollari per uno studio di fattibilità nella provincia di Jujuy (Argentina), in vista di un investimento di 400 milioni per lo sfruttamento della miniera di litio che dovrebbe produrre 15milioni di tonnellate l'anno.

Gli acquirenti sono grandi aziende leader nella ricerca e nella produzione di batterie ricaricabili: Giappone, Cina, Stati Uniti e Germania. Sia chiaro, non si tratta solo di industria automobilistica: già nel 2005, 50milioni di notebook, e 800 milioni di cellulari dipendevano dal litio per il loro funzionamento. E da allora la crescita è esponenziale. Tuttavia la capacità delle batterie non cresce in misura analoga alla domanda di prodotti finiti: tanto che, negli ultimi 150 anni, le prestazioni delle batterie sono aumentate solo di 8 volte. E le batterie che contengono litio posseggono il triplo dell'energia di quelle al nichel/metallo e il doppio della potenza. Non solo: sono anche più leggere.

© Riproduzione riservata